venerdì 30 aprile 2010

L'Italia vince il "peggior legge sull'immigrazione award" di Foreign Policy!

La copertina di Foreign Policy di oggi è dedicata alle "peggiori leggi sull'immigrazione del mondo" (in alternativa, usato come sinonimo, "le più dure leggi sull'immigrazione del mondo"). Guardiamo il banner in rotazione sul sito di FP: dice niente?


Sembra proprio che si tratti dei nostri bravi carabinieri. E la cosa è plausibile: al numero 1, infatti, c'è l'Italia.

giovedì 29 aprile 2010

Prigionieri politici di serie B

Lo sapevate? Ci sono sei attivisti marocchini-Saharawi, imprigionati nelle reali carceri di Rabat per reati di opinione, in sciopero della fame da più di un mese. Gente che cerca di promuovere in maniera nonviolenta l'autodeterminazione di un popolo, in ottemperanza alle risoluzioni dell'ONU, ma che non riesce a spaccare lo schermo

Dov'è il teatrino glamour dei vip pro-diritti umani? Forse la Lancia e Richard Gere non trovano fotogenico il Sahara Occidentale?

mercoledì 28 aprile 2010

"Scapaccione disciplinare". Per Studio Aperto menare il proprio figlio (ma solo "un pò"!) è lecito e normale

Ho già scritto tempo fa, riprendendo un'indagine di Save the Children, dello "strano" rapporto tra italiani e punizioni corporali ai minori: molti, pur ricoscendo che sono inutili, socialmente e pedagogicamente dannose, ingiuste, reputano sia diritto del genitore scegliere come e quando farne uso.

In altre parole, molti non credono che il bambino vada tutelato in quando individuo, senza "se" e senza "ma", nel suo diritto a ricevere un trattamento ingiusto: il genitore, titolare di una autorità superiore a quella della legge, ha al contrario il potere di sospendere in una certa misura alcuni diritti del minore.

La pensa così anche il telegiornale Studio Aperto, che così commenta un'iniziativa dell'Unione Europea: «L'Europa vieta il ceffone ai bambini: lo schiaffo, non quello violento ma del genere "disciplinare", talvolta sotto forma di "sculacciata", è finito nel mirino del Consiglio Europeo che in un impeto di regolamentomania si appresta a metterlo al bando. Non è la prima volta che la burocrazia europea si inventa gran moralizzatrice: [...] il prossimo scapaccione al bambino capriccioso potrà costare, insomma, molto caro» (video).

martedì 27 aprile 2010

Il comportamento elettorale dei musulmani di Inghilterra

In vista delle prossime elezioni politiche nel Regno Unito, il Guardian dedica un paio di articoli al possibile comportamento elettorale della comunità musulmana (più di 1,5 milioni di persone, circa il 3% degli elettori).

Ne emerge, come plausibile, come la comunità musulmana sia prima di tutto estremamente disomogenea ed estremamente divisa: diverse origini etniche, diverse classi sociali di riferimento nonchè, evidentemente, diverse visioni delle cose. «In questo contesto, non ha quasi alcun senso parlare di un "blocco elettorale musulmano"» scrive il primo editorialista.

Storicamente concentrati nella classe operaia, e sostenuti nelle loro battaglie dagli anni '80 dal partito laburista, i musulmani hanno nel tempo diversificato il loro voto: la politica estera del Labour e l'alleanza Bush-Blair sembra aver provocato un certo spostamento verso il Liberaldemocratici, ma numerosi sono anche i candidati musulmani conservatori.

lunedì 26 aprile 2010

Cuba: Il significato di un telefono cellulare

Da Cuba giunge un reportage del Guardian che racconta la diffusione dei telefoni cellulari sull'isola. Nonostante i costi proibitivi, i telefoni cellulari spopolano: un pò come nell'India raccontata qualche giorno fa.

Dal racconto dell'inviato a Cuba, emerge come un semplice telefono cellulare assuma, sull'isola, significati differenti e non banali: visti i costi delle chiamate, il telefono cellulare non è utilizzato per telefonare, ma piuttosto come status symbol, come rubrica, come videocamera.

domenica 25 aprile 2010

I "guardiani del marciapiede"

«Local small [ethnic] business play a key role in providing urban communities with safety, vitality, and foot traffic in addition to the goods and services they sell. They act as "the eyes" of a community. [...] Storekeepers and other small business are typically strong proponents of peace and order themselves; they hate broken windows and holdups; they hate customers made nervous about safety. They are great street watchers and sidewalk guardians if presented in sufficient numbers» (I. Light e S.Gold, Ethnic Economies, 2000).

"Guardiani del marciapiede": il manuale di sociologia sul tema più diffuso a livello mondiale, descrive così i negozianti immigrati. Essi sono il primo avamposto contro il degrado e contro l'insicurezza delle città desertificate. E non è l'unica loro forma di utilità sociale, come già fatto notare.

Peccato che il "partito della sicurezza e della concretezza", la Lega Nord, li voglia far sloggiare a tutti i costi. Che ne sarà della nostra sicurezza?



sabato 24 aprile 2010

L'utilità sociale del negoziante immigrato

Tutti ne parlano: la Lega Nord ha proposto un provvedimento che vuole obbligare i migranti che desiderano aprire un negozio a superare un test di Italia e a esporre soltanto un'insegna in italiano, dialetto o altra lingua comunitaria.

Da anni la Lega cerca di ostacolare in tutti i modi queste forme di imprenditorialità. Dimenticando che queste persone non fanno altro che rivitalizzare i centri storici, che i commercianti italiani abbandonano perchè non redditizi: perchè sono cambiati i modi di fare la spesa, ed esclusi i pochi anziani residenti, gli acquisti si fanno al centro commerciale più assortito, scintillante ed economicamente competitivo.

Il piccolo negoziante non può competere: a meno che non accetti di azzerare i propri guadagni dedicando tutta la propria vita al negozio, e facendolo semplicemente per tirare a campare.

venerdì 23 aprile 2010

Se al PD fa schifo il Movimento per l'acqua pubblica

Fantastico: il PD non sosterrà il referendum contro la privatizzazione dell'acqua. Lo ha affermato il segretario Bersani: lo strumento del referendum, promosso dal "Forum dei Movimento per l'Acqua Pubblica" (sigla che unisce centinaia di realtà associative, dall'Arci), è infatti secondo il segretario del PD inefficace.

Dal 1995 ad oggi, ha spiegato Bersani ripreso dall'Unità, tutti e 24 i referendum abrogativi proposti sono stati bocciati, soprattutto viste le difficoltà nel raggiungere il quorum. Non solo: il referendum è uno strumento "inadeguato" perchè si limita ad asportare brandelli di legge, mentre sarebbe più "serio" un riassetto generale.

Il Partito Democratico ha quindi deciso di correre da solo, raccogliendo in solitaria le firme per proporre un progetto di legge al Parlamento. Un milione di firme per inserire nel dibattito parlamentare una proposta di legge firmata PD che, se mai arriverà a una discussione parlamentare (queste proposte vengono, generalmente, ignorate o spinte in fondo all'ordine del giorno delle sedute estive), verrà evidentemente bocciata in un istante dall'ampia maggioranza che ha votato la legge contestata non più tardi dell'anno scorso.

giovedì 22 aprile 2010

Dietro le "Badanti". Orfani sociali, spaesamenti e altri effetti collaterali

Negli scorsi giorni ho potuto assistere al seminario di presentazione di un libro, scritto da una giovane sociologa di Padova, che studia il tema delle "badanti" a partire da un'intensa attività di ricerca, osservazione e intervista condotta in parte in Veneto in parte in Ucraina.

Voglio brevemente condividere alcuni aspetti, spesso ignorati dal dibattito, che mi hanno colpito.

Le "badanti" ucraine sono soprattutto donne oltre i 40-50 anni; dopo la dissoluzione del socialismo reale hanno spesso perso il loro impiego qualificato andando incontro a grosse difficoltà economiche. Spesso l'intera famiglia è stata travolta dalla crisi: mariti rimasti disoccupati, o che mantengono lavori insufficienti a garantire reddito per salvaguardare la loro immagine sociale; spesso queste difficoltà hanno portato a crisi anche coniugali conclusesi con divorzi e separazioni. Queste donne si sono quindi trovate spesso sole, con il bisogno di diventare principali procacciatrici di reddito. A volte partono gli uomini: destinazione Russia, Repubblica Ceca e Polonia, dove lavorano come manovali (i due terzi degli emigranti ucraini sono uomini). Ma spesso sono le donne a trovarsi costrette a partire.

mercoledì 21 aprile 2010

La fine della Street Photography?

Il Guardian pubblica un lungo e affascinante articolo sulla Street Photography, cioè sul genere fotografico che si basa su immagini di vita più o meno quotidiana scattate nei luoghi pubblici senza allestimenti artificiosi e senza che al soggetto sia lasciato il tempo di "mettersi in posa".

Garry Winograd, World's Fair (NWC, 1964) 

L'articolo ripropone la storia di questa arte, sospesa tra pura estetica e gusto per il reportage etnografico: un'arte che si basa su un certo grado di sfacciataggine, ma che allo stesso tempo costituisce - secondo me - la parte più interessante dell'arte figurativa contemporanea. Ne emerge come, in un'epoca in cui chiunque scatta migliaia di foto simili di sè stesso, pubblicandole in maniera più o meno protetta online, e in un'epoca in cui chiunque passa decine di volte al giorno sotto l'occhio di camere e microcamere di sicurezza, la Street Photography sia paradossalmente sempre più oggetto di critiche e restrizioni che adducono come motivazione la Privacy.

martedì 20 aprile 2010

Il maglione di Marchionne e il futuro luminoso della Cooperativa

Non è facile interpretare i sogni di Marcello Veneziani, professione "intellettuale di destra". Il suo "Proposta, perchè Marchionne non si leva quel maglione" sembra il risultato di una nottata in una vecchia fumeria d'oppio di Tangeri, e non è facile mettere ordine tra tanta psichedelia contraddittoria.

Marcello Veneziani spiega di non sopportare il fatto che Marchionne si presenti a tutte le occasioni, anche le più formali, indossando un banale maglione. E vi dedica, sul Giornale, un lungo ed elaborato articolo.

lunedì 19 aprile 2010

Migranti: il potere arbitrario di vita o di morte

Il blog Fortress Europe pubblica la testimonianza di un migrante nigeriano che descrive la realtà dei voli charter per mezzo dei quali l'Unione Europea, nell'ambito del programma Frontex, reimpatria ogni anno alcune centinaia di irregolari pescati in maniera più o meno casuale tra gli illegali detenuti nelle carceri lager di tutta Europa. La testimonianza parla di violenze fisiche, di insulti, di manette, di privazioni e di disagi fisici. Ma anche di tutte quelle questioni "quotidiane" (il migrante che lascia in Europa la famiglia, il ragazzo che torna nel paese di origine da dove è emigrato a 3 anni, il neonato deportato con la madre nel passeggino, il ragazzo che si chiede che ne sarà dei suoi beni in Europa) che rendono in maniera ancora più immediata la banalità del Male.

Nel frattempo, il Tribunale dei minorenni di Trento ha stabilito esattamente il contrario di quanto stabilito dalla Cassazione di Milano pochi giorni fa: a un cittadino ecuadoregno divenuto irregolare, in Italia con la moglie (badante regolare) e tre figli, è stato concesso di rimanere in Italia nell'interesse - ritenuto superiore - dei figli.

L'India e il "progresso", tra gabinetti e telefoni cellulari

In India ci sono più cellulari che gabinetti: Marco Restelli riporta sul suo blog questo lancio di agenzia che descrive il fenomeno. «In India ci sono piu’ telefonini che gabinetti. Secondo stime del 2008, solo il 31% della popolazione indiana, ovvero circa 366 milioni di persone, puo’ permettersi un gabinetto, mentre la maggior parte e’ costretta a fare i propri bisogni all’aperto, un’immagine molto frequente nelle campagne indiane. D’altro canto negli ultimi dieci anni si e’ verificato un vero e proprio boom della telefonia cellulare. Il numero di telefonini ha raggiunto la cifra record di 545 milioni e ogni mese aumenta di 10-15 milioni. Mentre nel 2001 il numero di connessioni era di appena 0,35 per 100 abitanti, questo rapporto e’ ora salito a 45 per 100 abitanti».

Quest'articolo mostra, secondo Marco, come lo sviluppo sia diseguale: le differenze crescono, accrescendo il disagio delle classi marginali, e la ricchezza non si redistribuisce se non in tempi e modi tortuosi.
 
Ineccepibile, ma forse c'è di più. Proviamo a scomporre la notizia.

domenica 18 aprile 2010

I Gatti Persiani, di Bahman Ghobadi (recensione)

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Interculture Musicali / 4 - I Gatti Persiani di Bahman Ghobadi
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I Gatti Persiani (2010), girato clandestinamente dal regista iraniano Bahman Ghobadi, è un film che racconta il mondo della musica underground di Teheran. Indie Rock, Heavy Metal, Hip Hop, Elettronica: musica "occidentale", cantata in persiano, attraverso la quale i giovani un pò borghesi di Teheran cercano banalmente di connettersi al flusso della cultura globale aggirando i mille divieti imposti dalle autorità.

Il bello dei Gatti Persiani sta nel non essere, come sarebbe stato facile, un film retorico: il termine "diritti umani" non è mai nemmeno evocato, e i grandi discorsi su libertà ed oscurantismo sono accuratamente evitati. Protagonista è il desiderio puro e semplice di fare musica, con tutto ciò che essa può significare: un piccolo spazio di autodeterminazione che i giovani di Teheran che più sentono di essere tagliati fuori dal mondo si ritagliano tra cantine, cunicoli, contrabbando. Questa prospettiva minuta, nella sua grande umiltà, rende il film estremamente efficace.

venerdì 16 aprile 2010

Casa Vianello e il ruolo della donna

Massimo Gramellini riesce a estrarre dalla notizia della morte di Raimondo Vianello qualcosa di straordinariamente interessante: una riflessione sul modello di coppia che il comico, insieme alla moglie Sandra Mondaini, ha recitato sullo schermo negli ultimi decenni della sua carriera.

«L’immagine che lo consegna per sempre ai nostri ricordi è quella di un anziano gentiluomo in pigiama che a letto sfoglia la Gazzetta dello Sport, mentre accanto a lui la moglie soffia come un mantice, solleva le gambe a candela e borbotta "che barba che noia, che noia che barba". Di fronte all’attacco più grave che ogni maschio sia chiamato a fronteggiare - l’incapacità di suscitare passioni - Raimondo Vianello non si scusa né accusa. Si limita a lanciare uno sguardo in tralice, senza mai perdere di vista il giornale. Il matrimonio che resiste nel tempo, sembra suggerirci il suo silenzio, consiste nella gestione oculata dei litigi e degli scoppi improvvisi di noia».

Il dialogo, la mediazione, la trattativa, vengono sostituiti da un silenzio apparentemente mite ma in realtà perentorio: la coppia regge perchè si trova un compromesso, ma il compromesso pende tutto da una parte. Raimondo, il patriarca, continua imperturbabile a leggere il giornale; Sandra, "prende e porta a casa": sbuffa un pò, ma poi rinuncia alle sue vaghe rivendicazioni.
Un pò come nello spot sessista di Veneta Cucine, finito sotto la lente di Femminismo a Sud.

Alle radici della Misoginia. Adler legge Massimo Fini, e chiede (anche nell'interesse maschile) la fine del patriarcato

«La donna - come tutto quello che non possiamo ottenere sul campo - viene idealizzata e riveste le qualità magiche di forza e di potenza. La mitologia, i racconti e le credenze popolari, trattano spesso di una specie di gigante, di demone-donna, in cui l'uomo è rappresentato come un essere microscopico ed irrimediabilmente perduto. Si può ritrovare nella sovrastruttura psichica, sotto una forma o un'altra, un sentimento di timidezza in presenza delle donne, il timore di restar loro attaccati. Contro questa relazione psichica obbligatoria, che minaccia di subordinare un uomo ad una donna, [il misogino] dirige tutte le proprie tendenze difensive, rafforza la protesta maschile e le sue idee di potenza e grazie a queste stesse tendenze difensive disprezza la donna. Molto spesso appaiono nella sua fantasia e nella sua coscienza due tipi di donna: l'ideale e la realtà volgare, la madre e la prostituta».

«Leggendo attraverso le righe questo significa: "ho paura delle donne". Immediatamente in seguito a questo timore demoniaco della donna, della sua natura complessa e della sua eterna inesplicabilità, della sua forza che obbliga, troviamo nell'uomo un atteggiamento sia di disprezzo che di fuga».

E' incredibile come queste frasi, scritte dal padre della psicologia Alfred Adler nel lontano 1920, sembrino descrivere alla perfezione tanta di quella misoginia contemporanea riassunta in maniera emblematica nel controverso articolo di Massimo Fini sul Fatto Quotidiano di cui ho parlato qua.

mercoledì 14 aprile 2010

Capezzone, Moggi e la delegittimazione della magistratura.

Capezzone, portavoce Pdl, approfitta del caso Moggi e della recente svolta alle indagini (che starebbe mettendo in discussione l'onestà e l'innocenza dei vertici di alcune altre squadre, Inter compresa) per l'ennesimo esercizio di delegittimazione della giustizia e dei media.

«Per anni, il giustizialismo montante, specialmente nei media, si è basato su un teorema: bisognava colpire Moggi, Giraudo e la vecchia dirigenza della Juve, con ciò salvando troppi altri, improvvisamente proclamati (e in qualche caso anche autonominatisi) 'onesti' e 'corretti'. Ora questa discutibilissima costruzione sta franando. E tutto ciò accade grazie all'opera della difesa: e in assenza di questo 'imprevisto', tutto sarebbe stato condizionato dalla scelta arbitraria di includere o escludere migliaia e migliaia di intercettazioni rilevantissime. Ma ormai il 'teorema' si sta sgretolando, e i tifosi di calcio non sono più disposti ad essere ingannati da campagne mediatiche faziose e a senso unico».

lunedì 12 aprile 2010

La gente che sta tra la gente, e i veri problemi della gente

C'è l'arciprete che quando una donna abortisce suona le campane a morto, c'è il religioso che propone il battesimo (somministrato magari al volo da un medico) per i feti e gli embrioni vittima di aborto procurato, e c'è l'assessore che propone di seppellirli, gli embrioni. Poi c'è il fine teologo che sostiene che la pedofilia si può perdonare, mentre per l'aborto è un pò più difficile, il telepredicatore che si lancia in arditi parallelismi tra la persecuzione degli ebrei e le indagini sulla pedofilia nella chiesa, l'istinto "paterno" di Ratzinger che nel 1985 insabbiò il caso di un prete pedofilo,  le affermazioni di Bagnasco sui valori più non-negoziabili degli altri (cioè la vita degli embrioni). Ah, poi c'è anche l'ostensione di quello straccio medievale che è la sindone.

Poi c'è il presidente di regione che boicotta la Ru486, la strana alleanza tra chiesa e Lega Nord tutta all'insegna della pseudobioetica e, all'interno della maggioranza, l'avvicente dibattito sul semipresidenzialismo alla francese.

sabato 10 aprile 2010

Matrimoni: Cresce l'Italia che è già oltre la "tradizione"

E' online il breve rapporto Istat che raccoglie i dati sui matrimoni dal 1972 al 2008.

Gli italiani si sposano poco (negli ultimi 30 anni i matrimoni si sono quasi dimezzati), e l'età media di prime nozze è aumentata in tre decenni di 6 anni: 33 per lui, 30 per lei. Svanisce il matrimonio tradizionale, ma rimane al centro della contemporaneità la dimensione della coppia. Rigorosamente senza distinzione di..., come da secolo ventuno.

Ogni 100 matrimoni, solo 64 vengono celebrati in chiesa, 16 in comune con almeno un coniuge risposato, 20 in comune tra coniugi alle prime nozze. Ovviamente, ci sono ancora forti differenze regionali; ma la direzione è, per tutti, quella.

Infine, 20 bambini su 100 nascono oggi al di fuori del vincolo del matrimonio: la gente sceglie spesso di non sposarsi, ma ciò si concilia comunque con una lenta ripresa della natalità.

venerdì 9 aprile 2010

Il "progresso" che libera l'uomo dal lavoro e la società dei servizi

Negli scorsi giorni, il blog di Federico Rampini ha pubblicato una lettera inviatagli da un italiano che transita spesso, per lavoro, a New York e per gli Stati Uniti.

«Il paese che vanta uno dei più alti tassi di produttività a livello mondiale - scrive il lettore riferendosi agli USA - si può permettere di avere un numero doppio di camerieri o commessi rispetto a qualsiasi negozio o ristorante italiano, si può permettere di stipendiare persone che ti danno il buongiorno o la buonasera all’ingresso di un supermarket, si può permettere di avere un uomo per strada che ti segnali che c’è un garage con posti disponibili. Sono centinaia di migliaia di posti di lavoro che richiedono una professionalità vicina allo zero. All’inizio ne rimanevo sorpreso poi mi sono fatto l’idea che il sistema comunque funzioni, l’immigrazione e un sistema scolastico pubblico scadente forniscono forza lavoro dequalificata ma flessibile, economica, sfruttabile».



domenica 4 aprile 2010

Interculture Musicali/3. Rachid Taha

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Interculture Musicali/4. Rachid Taha (Francia - Algeria) in "Rock el Casbah" e in "Hay Rayah"
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Rachid Taha è un musicista nato in Algeria e cresciuto in Francia, il cui repertorio spazia dal punk-rock al pop-raï. Trasferitosi prima a Lione e poi a Parigi, a seguito della famiglia, Rachid Taha ha cominciato a lavorare come operaio a Parigi durante gli anni '70. Avvicinatosi alla musica nell'ambito della scena punk-rock francese, Rachid ha cominciato molto presto a fondere il repertorio rock con la musica araba dando vita a un punk rock arabo. Dopo essere stato per anni il leader della rock band francese "carte de sojour", Rachid Taha ha intrapreso una solida carriera da solista che lo ha portato ad avvicinarsi anche al pop-raï algerino.

sabato 3 aprile 2010

Egoismo e Sinistra

Il giorno prima delle elezioni regionali Concita de Gregorio scriveva sul suo blog: «ci vorrebbe una rivolta degli onesti. Di quelli che fanno la fila e pagano tutto, che parcheggiano senza lampeggianti in terza fila e pazienza se perdono tempo a rispettare le regole perché è meglio così che fare un danno a qualcun altro. Non siamo soli al mondo, ricordate?».

Come siano andate poi le cose, quali siano stati i risultati del "partito degli onesti", lo sappiamo tutti. Ma il clima, in parte dell'opposizione, non è cambiato.

Scrive poco dopo le elezioni Daniele Sensi, uno che l'anima profonda della Lega la studia quotidianamente da anni: «Alla Lega è riuscito di mettere insieme il maggior partito trasversale di sempre, l'unico che possa ambire ad una compiuta maggioranza assoluta, se non all'egemonia totale: quello dell'egoismo. L'imprenditore egoista, il coltivatore diretto egoista, il precario egoista, il disoccupato egoista, il dipendente statale egoista, l'egoista settentrionale e quello meridionale, quello cattolico e quello ateo, l'egoista illuminato e snob così come quello rozzo ed ignorante: all'elettore leghista tradizionale, tutto secessione e celodurismo, si è affiancato uno sterminato popolo cui della Padania e del dio Po non importa nulla. Perché prima di essere comunisti, liberali, socialdemocratici, nostalgici o financo leghisti, si è innanzitutto uomini. E gli uomini sono egoisti. Ontologicamente egoisti. La Lega non si pone al di là della destra e della sinistra, bensì al di qua: essa blandisce ciò che l'uomo era nello stato di natura: una bestia appena eretta».

giovedì 1 aprile 2010

A chi si crogiola ripensando a "Rai per una notte" e ai Grillini

Rai per una Notte (di cui ho scritto qua), e poi il successo del MoVimento di Grillo, mi ha fatto tornare in mente un vecchio aforisma: «Lo scopo della critica non è quello di togliere uno per uno i fiori immaginari dalla catena perchè l'uomo porti questa catena privo di illusione e di conforto, ma perchè si liberi dalla catena e colga il fiore vivente» (K.M.).

C'è poco da compiacersi, quando si fa critica; perchè la critica da sola è vana se non pone le basi per un'alternativa e non ha una cinghia di trasmissione che la collega con la realtà, con le maggioranze, con i centri di potere.