mercoledì 31 marzo 2010

Non dare mai la mano a una donna afgana

Non è costume di questo blog riprendere pari pari interventi tratti da altre fonti. Questa volta però faccio un eccezione per questo bell'articolo, scritto da una giovane afghana e tradotto per l'Italia da Global Voices- La Stampa
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Un giorno, durante la lezione di opinione pubblica, qualcuno busso' alla porta. Ci voltammo tutti per vedere chi stava entrando. Eravamo un gruppo di tredici donne e cinquanta uomini, tutti impegnati a prendere appunti durante la lezione.

«Si', avanti», fece il professore.

Entrarono due uomini in completo nero e andarono direttamente a stringere la mano all’insegnante. “As-Salamu Alaykum ,” disse il primo uomo. “Questo è Rakish, un mio collega. Veniamo entrambi dal Parlamento e lavoriamo per l’organizzazione NDI. Vogliamo informare lei e i suoi studenti che il Parlamento ha deciso di assumerne alcuni come praticanti.”

martedì 30 marzo 2010

Piemonte. Destra - 10.000, Sinistra - 196.000. Da Sinistra a Destra 60.000 elettori, decidono i grillini

ANALISI DEL VOTO - ELEZIONI REGIONALI 2010 (Piemonte) - vai all'analisi relativa alla Lombardia

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Da una prima analisi dei dati (valori riferiti alle liste di partito) emerge come, in Piemonte, il PdL perda quasi 180.000 voti; ciò nonostante, grazie alla crescita della Lega (+145.000) e delle liste minori di centro-destra (+25.000) il centro destra riduce il calo a circa 10.000 voti.

A sinistra, invece, il PD perde oltre 180.000 voti e la "sinistra radicale" ne perde quasi 150.000. Questo calo è compensato solo in parte dalla crescita dell'Italia dei Valori (+100.000) e dei partiti minori di centro sinistra (+35.000) tra i quali i Radicali. Nel complesso, il centro-sinistra perde quasi 200.000 voti. Tenendo conto dell'UdC (che cambia campo alleandosi con la Bresso), la coalizione a sostegno di Mercedes Bresso limita i danni calando di circa 130.000 voti, anche se ciò non basta. Risultano infatti decisivi i quasi 70.000 voti raccolti dal MoVimento 5 stelle, in buona parte tra i vecchi sostenitori del centro-sinistra.
Nel complesso, distribuendo in via ipotetica il calo di affluenza in misura uguale tra destra e sinistra, si segnala un travaso netto di circa 60.000 voti dal centro-sinistra al centro-destra.

Lombardia. Sinistra: - 340.000 voti; Destra: +130.000. Almeno 150.000 da opposizioni a Formigoni

ANALISI DEL VOTO - ELEZIONI REGIONALI 2010 (Lombardia)

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Da una prima analisi numerica, emerge come il PDL perde in Lombardia 162.000 voti (212.000 contando i piccoli partiti che avrebbe dovuto fagocitare) e la Lega ne guadagna 424.000, mentre le destre (La Destra, Forza Nuova, Alleanza Sociale) ne perdono oltre 80.000 inghiottiti, in parte, dalla Lega (e dal PDL, che ha accolto la Santanchè). In totale il centro-destra guadagna così quasi 130.000 voti (+420.000 Lega - 80.000 Destra - 210.000 PDL) nonostante il calo dell'affluenza.

Il PD perde 210.000 voti, la sinistra (Sinistra e Libertà, Federazione della Sinistra, Verdi) ne perde 285.000; l'Italia dei Valori ne guadagna invece 206.000. Anche il partito dei Pensionati, alleato al centro-sinistra, perde 45.000 voti: in totale, la sinistra perde quasi 335.000 voti (+200.000 IdV - 210.000 PD - 45.000 Pensionati - 285.000 Sinistra).

Con l'UDC che rimane invariato, fanno il botto i grillini che guadagnano quasi 100.000 voti. Le opposizioni perdono in totale e in termini assoluti 235.000 voti.

A destra la Lega sopperisce alle difficoltà del PDL (almeno 100.000?), fa suoi una parte dei voti della Destra (almeno 50.000?), riesce a richiamare alle urne una quota di insoddisfatti e ruba fino a 200.000 voti al centro-sinistra. A sinistra l'Italia dei Valori e il MoVimento 5 stelle guadagnano circa 300.000 voti, pescando plausibilmente soprattutto tra la sinistra radicale, nel PD e tra i delusi, senza riuscire comunque a contrastare il declino del centro-sinistra e dell'opposizione regionale che perde (inserendovi anche il MoVimento 5 stelle) circa 240.000 voti.

Considerando una quota di astenuti simile tra centro-destra e centro-sinistra, sembrano passare da sinistra a destra, dall'opposizione alla maggioranza, almeno 150.000 voti: circa il 3,5% dei votanti.

domenica 28 marzo 2010

Piccolo compendio di misoginia contemporanea (Massimo Fini sul Fatto Quotidiano)

Sabato 27, il Fatto Quotidiano se ne è uscito con un piccolo compendio di misoginia contemporanea a firma Massimo Fini: "Donne, guaio senza soluzione". Un articolo (tra l'altro riciclato) che, per quanto veramente offensivo (e quì veramente si fa fatica a difendere il Fatto Quotidiano, giudicando positivo il lasciar spazio a pensieri discutibili e politicamente scorretti: se c'è un limite, ci si è andati vicini), ci aiuta forse a entrare in contatto con quell'Italia profonda retrograda che tanto si fatica a trascinare nel secolo ventuno.

«Le donne sono una razza nemica» esordisce Massimo Fini, scrittore tra i più popolari nella rete (soprattutto tra le nuove destre ma non solo) e collaboratore fisso de Il Fatto, chiarendo subito la cornice del suo ragionamento. L'argomento è quello, sentito dai tempi delle Sirene di Omero in poi, per il quale le donne sono geneticamente irrazionali e subdole: hanno la lingua «biforcuta», ragionano «in maniera tortuosa», sono vigliacche, sono «totalmente inaffidabili» perchè non rispondono alla logica, alla ragione, ma solo al loro spirito dionisiaco e alle loro passioni vitali. «Per questo, per secoli o millenni, l’uomo ha cercato di irreggimentarla, di circoscriverla, di limitarla, perché nessuna società regolata può basarsi sul caso femminile». L'apologia del patriarcato in un paio di righe: l'"irregimentarla", il "circoscriverla" (sappiamo tutti, nei fatti, quali forme ha preso questa volontà), assume quindi una funzione "sociale". Quasi ci si aspetta che la donna debba ringraziare. 

Ma l'uomo di Massimo Fini è, in fondo, un essere troppo leale e troppo buono. Lei fa gli occhi dolci, e lo ricatta con l'arma sessuale: «al primo singhiozzo bisognerebbe estrarre la pistola - suggerisce Fini - invece ci si arrende senza condizioni». Secondo Fini è l'uomo il debole; lasciato da parte il suprematismo machista che vuole la donna "inferiore" tout court, il nostro sembra fondare la sua domanda esplicita di discriminazione corporativa sulla necessità di difendere l'uomo dalle manovre subdole della tirannide al femminile

Interculture Musicali/2. Bally Sagoo

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Interculture Musicali/2. Bally Sagoo (India-Uk)
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Bally Sagoo è un musicista, dj e produttore di musica elettronica. Nato a Dehli, India, "Bally" Sagoo (Baljit Singh Sagoo) è cresciuto nei ghetti di Birmingham, abitati prevalentemente da immigrati provenienti dai Caraibi e dall'Africa. Cresciuto tra influenze disco, hip hop e reggae, Bally Sagoo si è riavvicinato alla musica del paese di origine solo in un secondo tempo, diventando uno dei capostipite della musica elettronica indiana. In particolare, Bally Sagoo si è specializzato nei remix, nelle colonne sonore e nella musica lounge: i suoi pezzi, dal Regno Unito si sono in un secondo tempo diffusi anche in India. Ha all'attivo oltre 40 album e molte colonne sonore, tra le quali quella di "Sognando Beckham" e di molte altre produzioni bollywoodiane.


venerdì 26 marzo 2010

Rai per una notte: la "rivoluzione della rete" fa un altro bel buco nel nulla

«Circolano in rete grandi discussioni sul significato della serata Raiperunanotte. Io vorrei suggerire moderazione: l’attribuire un di più di notizia e sensazione a quello che avviene in rete solo per il glamour modernista della rete è una debolezza che i media si trascinano dietro da più di un decennio e almeno in rete non dovremmo venirne contagiati. Quello che è successo ieri sera è che un programma tv è stato visto nei computer invece che nei televisori. Però era un programma tv, niente di tecnicamente o formalmente rivoluzionario».

Tra i tanti commenti a "Rai per una Notte", il più significativo mi sembra quello di Wittgenstein (edit: poi ne ha parlato anche il bravo Daniele Sensi. Cui è bastata una frase). Perchè tolta l'ebbrezza dell'evento con un parterre di ospiti irripetibile, tolta l'eccitazione dovuta al fascino del proibito, del fico, del nuovo, tolta la retorica della rete che ci salverà, del popolo illuminato e "avanti" che si riesca ad aggirare il regime, credo che di "Rai per una notte" rimanga ben poco.

Ci siamo divertiti tutti, sulla nave dei pirati. Nella realtà, però, Rai per una notte non ha smosso nulla di un solo centimentro. Nè ha innovato un fico. Santoro, Luttazzi, Iacona, Travaglio? Speriamo che non ci restino tutti sulla rete, visto che gli piace.

Vivere nel peccato e votare per la famiglia.

Metilparaben ha ragione, quando fa notare l'incoerenza del Pdl che da un lato si proclama paladina della famiglia tradizionale incassando l'investitura della Cei, e dall'altro è composta da persone la cui vita privata è costellata di divorzi, libertinaggio e figli fuori dal matrimonio (non mancherebbero nemmeno gli aborti). Di fatto, "oggettivamente", è così. Ma non funziona.

Qualche giorni fa ho scritto di come su 100 "famiglie" (gruppi di persone che coabitano in maniera stabile e condividono parte delle risorse) solo 55 siano composte da coppie di coniugi uniti dal matrimonio (laico o religioso). Le altre 45 sono single, divorziati, coppie di fatto, gente che vive a vario titolo "nel peccato" e altre forme non standard di coabitazione. Eppure, quando si tratta di andare a votare, di decidere quale deve essere il riferimento, quale è la forma astratta migliore da sostenere retoricamente e da promuovere materialmente, una buona parte di single, di divorziati, di conviventi, di libertini, sceglie di votare "per la famiglia tradizionale".

mercoledì 24 marzo 2010

Nel Regno Unito torna la sifilide. Il colpevole? Facebook

L'Ansa tocca uno dei suoi punti più bassi riprendendo una notizia proveniente dall'Inghilterra e intitolandola "Gb: torna la sifilide, Facebook tra le cause. Il numero dei malati è triplicato nelle aree dove il social network è popolare". Confesso di aver fatto un piccolo saltello sulla sedia.

Fonte della notizia le dichiarazioni del  professor Peter Kelly, "direttore della Sanità Pubblica nella regione di Teeside" nel nord-est dell'Inghilterra, citato dal Daily Telegraph. Secondo Kelly, la recente impennata di contagi per sifilide, malattia sessualmente trasmissibile, sarebbe da imputare alla diffusione dei social network che renderebbe più facile l'incontro con partner occasionali e quindi la diffusione del contagio.

martedì 23 marzo 2010

Alle urne con le fette di feto sugli occhi

Con un interessante tempismo, il presidente della Cei Angelo Bagnasco ha annunciato l'intenzione di voto della Chiesa in quanto istituzione, concentrando tutta l'attenzione  su un tema sensibile quale quello dell'aborto. «Il voto sia contro l'aborto», ha detto Bagnasco e hanno rilanciato i media. E tutto il resto? 

Possiamo capire che il tema dell'aborto sia per la chiesa uno tra i valori «non negoziabili», come ha detto Bagnasco. Ma possiamo davvero credere che la Conferenza Episcopale Italiana sia così miope da concedere il proprio supporto a qualsiasi candidato, purchè abbia una posizione retoricamente anti-abortista? E' etico, cristiano, civile tutto ciò? Cosa resta della politica e dell'amministrazione di fronte a un'affermazione del genere che riduce un voto amministrativo, una procedura democratica attraverso la quale i cittadini devono decidere a chi affidare l'organizzazione concreta e quotidiana di sanità, viabilità, scuole, ambiente, stato sociale, a un plebiscito su un tema che con l'amministrazione regionale non ha nulla a che fare?

Tutto ciò mi fa tornare alla mente i discorsi della Arendt sull'incapacità del cristiano, "tutto votato alla vita eterna", di partecipare in maniera convinta all'arena politica mondana. E mi fa tornare in mente i discorsi di Bauman, per il quale il fondamentalismo religioso non è che una soluzione "efficace" di fronte alla vertigine dell'obbligo della scelta in un ambiente complesso e mutevole. Sicuramente è molto comodo, di fronte alla complessità dell'arena politica e delle istanze contemporanee, trincerarsi dietro a un unico principio. A sapersi vendere bene, si può anche riuscire a passare per "nobili di spirito".

lunedì 22 marzo 2010

La famiglia che non esiste. Le nuove forme di aggregazione toccano quota 45%

Capita spesso di sentir dire a politici, opinionisti o religiosi, che la "famiglia", intesa come l'unione fra due individui di sesso diverso uniti dal matrimonio (meglio se con figli) è l'unità fondamentale, la cellula costitutiva della società. Ebbene: non è vero.

L'Italia è sicuramente uno degli ultimi paesi europei in cui questa convinzione è ancora radicata: altrove, non ci sono problemi a riconoscere che la cellula costitutiva della società è piuttosto l'individuo nelle sue varie forme di aggregazione. E non si tratta di puro e semplice folklore o di banali dettagli linguistici, nè di una pur consistente questione di principio. Le politiche, ma spesso anche le "pressioni sociali", si basano infatti proprio su questa rappresentazione: sul credere che questa forma di convivenza sia la più diffusa.

L'Italia reale, però, non rispecchia queste rappresentazioni. Secondo una recente indagine Istat, infatti, solo 55 "famiglie" (intese come gruppi di individui che coabitano in maniera stabile) su 100 sono composte da una coppia coniugata: 20 senza figli in casa, e solo 35 con figli. E gli altri?

domenica 21 marzo 2010

Interculture musicali/1. Alien Kulture

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Interculture Musicali/1Alien Kulture (Pakistan-Uk), "Asian Youth"
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Gli Alien Kulture sono un gruppo punk nato a Londra a cavallo del 1980 e composto da ragazzi figli di immigrati della middle class pakistana. Musicalmente inseriti a pieno titolo nel filone del punk britannico, colpiscono negli Alien Kulture l'attualità straordinaria dei testi che descrivono in maniera diretta la condizione dei giovani immigrati, le loro "identità sospese" e la loro rabbia di fronte al dilagante razzismo.

sabato 20 marzo 2010

Tetto del 30%: quante classi coinvolte? Circa ZERO.

Ieri ho parlato del report statistico del ministero sugli alunni stranieri in Italia. In sintesi, ribadiva che gli alunni stranieri in Italia sono solo il 7%, che buona parte di questi è "straniera" solo sulla carta (essendo nata in Italia, circa il 3%, o risiedendovi da diversi anni) e che i giovani stranieri sono concentrati in poche realtà circoscritte.

Corollario: come dimostrerò dati e circolari ministeriali alla mano, la politica dei "tetti" è da un lato inconsistente, perchè i casi di classi in cui i bambini nati fuori dall'Italia e residenti da poco tempo (quindi con scarse competenze linguistiche) sono più del 30% sono poche, dall'altro inutile. Perchè, di fatto, non esiste alcun problema che non si possa risolvere con un pizzico di risorse extra a quelle poche centinaia di scuole localizzate nelle aree "difficili".

Eppure, la stampa continua a sbraitare, a eccitare gli antirazzisti e i razzisti dipingendo in quadro in cui il governo starebbe organizzando chissà quali deportazioni. E invece, (per fortuna) è tutta una bolla di sapone

venerdì 19 marzo 2010

Basta poco. Stranieri e scuola in Italia: i dati del Ministero ragionati

L'unità statistica del Ministero dell'Istruzione ha reso noti i dati sugli alunni stranieri iscritti alle scuole italiane.

L'immagine che emerge dai dati è, come previsto, quella di un paese in cui la presenza di alunni stranieri non è in termini assoluti elevata, dove una quota consistente di questi alunni sono "stranieri" solo sulla carta e dove gli alunni stranieri sono in gran parte concentrati in poche scuole, sulle quali si potrebbero agevolmente focalizzare i programmi a sostegno dell'integrazione.

mercoledì 17 marzo 2010

Si fa il federalismo. E gli italiani federali?

Avete presente la retorica del federalismo, del "vogliamo che la politica sia più vicina alla gente, più vicina ai problemi, più vicina alla quotidianità"? Siamo un paese che scivola pian piano verso il pieno federalismo: non si tratta di un dicorso marginale. Nè, necessariamente sbagliato.

Poi, però, arrivano le elezioni regionali. E la campagna elettorale, o meglio quel poco che ne rimane, su cosa si gioca? Su beghe e su temi nazionali.

E il federalismo, la retorica della "politica vicina alla gente"? Non è che, dopo aver fatto l'Italia federale, bisognerà fare gli italiani federali?

lunedì 15 marzo 2010

Strage del sabato sera? No, erano solo chiassosi scarafaggi latino-americani

Un "Circolo Culturale" privato, adibito a punto di incontro per i giovani latino-americani della periferia romana, quartiere San Giovanni, va a fuoco. L'uscita di emergenza non si apre, la piccola balera, ospitata nel seminterrato di una palazzina popolare, si riempie di fumo. Il sabato sera, la festa privata al "Sabor Latino", si conclude con quattro ragazzi poco più che ventenni morti: un romeno, un peruviano, una salvadoregna e una guatemalteca. La più grande aveva, pare, 25 anni; altro non si sa.

Fossero stati quattro ragazzi di buona famiglia imbottiti di cocaina finiti in un fosso alle quatto del mattino mentre sfrecciavano spingendo al limite la macchina del babbo e filmandosi col videotelefonino, ci saremmo strappati tutti i capelli. E giù a piangere, ad ammucchiare fiori, a intervistare i parenti. Erano, invece, quattro semplici immigrati concentrati in una topaia, perchè questo passa in convento, alla ricerca di un pò di ossigeno.

Cosa hanno tirato fuori da questa notizia, quindi, i telegiornali?

venerdì 12 marzo 2010

Spot "femminista" e "ironico". Ma con le tette sempre in testa

inAdnKronos rilancia questa notizia, relativa a una campagna di comunicazione "ironica" made in Usa:

''Uomini, basta fissarmi il seno guardatemi negli occhi''. E questo il messaggio lanciato dall'attrice francese premio Oscar Marion Cotillard in un ironico spot in cui 'pubblicizza' un nuovo prodotto per le donne, le tette sulla fronte.


giovedì 11 marzo 2010

Il passato per sabotare il futuro. Bulli internazionali e fantasmi armeni stuzzicano la Turchia

I fantasmi degli armeni massacrati, soprattutto con estenuanti "marce della morte", dall'esercito Ottomano a causa del loro appoggio alla Russia e contro l'Impero Ottomano (di cui facevano parte) durante tra il 1915 e il 1916, non possono riposare in pace. Il Foreign Affairs Committee, la commissione affari esteri del senato americano, ha infatti votato una risoluzione che definisce gli eccidi come "genocidio", quantificando le vittime nell'ordine di grandezza del milione e mezzo.

In virtù di un presunto "imperativo morale" legato allo status di "leader mondiale nella promozione dei diritti umani", come dichiarato dal segretario della commissione, il Foreign Affairs Committee ha quindi scelto di stuzzicare il governo turco, che da sempre si mostra titubante in virtù della volontà di non macchiare ufficialmente il mito dei "giovani turchi" su cui lo stato laico contemporaneo fonda il proprio orgoglio identitario e la propria unità nazionale.

martedì 9 marzo 2010

Gli scontri in Nigeria secondo la stampa italiana (analisi dei titoli di giornale)

Negli ultimi giorni, una recrudescenza dei conflitti sociali che agitano la Nigeria ha portato all'omicidio di diverse centinaia di persone in un attacco ad un villaggio abitato da agricoltori. E' l'ennesimo episodio di una lunga battaglia per le risorse, in una delle regioni più agitate del mondo (anche per la difficile gestione dei proventi derivanti dal petrolio), che vede coinvolte tribù cristiane (soprattutto appartenenti a sette protestanti) e tribù musulmane, in uno scambio di stragi continuo che spesso assume come giustificazione anche le rivalità di natura religiosa.

Ci sono diversi modi per dare questa notizia, per costruire un titolo ad effetto. Uno: Parlare di una strage di cristiani ad opera di tribù musulmane. Due: Parlare di conflitti interreligiosi, tra musulmani e cristiani, o di conflitti interetnici. Tre: parlare di conflitti sociali, o riferirsi in maniera generica a scontri tribali. Quattro: riferire degli scontri, e negare in maniera esplicita che la motivazione reale sia di natura religiosa.

Non si tratta naturalmente di una scelta "neutrale": scegliendo il primo titolo si mostra di voler privilegiare la lettura che vede i cristiani come vittime dei musulmani; scegliendo il secondo (scontro interreligioso) si mostra di considerare comunque preponderante l'attributo religioso, pur ammettendo una qualche simmetria; scegliendo il terzo (conflitto sociale) si mostra di voler dare una chiave di lettura più onesta e realistica del problema; scegliendo il quarto (conflitto sociale, non religioso), si mostra di voler fugare ogni dubbio. La terza e la quarta via sono, evidentemente, le più corrette; la seconda è frettolosa, la prima evidentemente pregiudiziale e pericolosa, in quanto rafforza la visione del musulmano come carnefice di cristiani.

Che scelta avranno fatto secondo voi i principali quotidiani italiani? Grazie a Google News ho raccolto i titoli dei principali quotidiani, analizzandoli secondo lo schema appena spiegato.

sabato 6 marzo 2010

Pensa un pò! Ai padani piacciono i "negri" che giocano a pallone

Di questi tempi, anche il fatto che il quotidiano La Padania abbia benedetto la presenza di numerosi ragazzi di colore nella nazionale italiana Under 21, basta forse a fare notizia. L'apertura del quotidiano leghista alla presenza di Balotelli, «qualitativamente il calciatore del nostro futuro», in realtà non dice però nulla di nuovo. Soprattutto non dice che la Padania non sia un quotidiano razzista: il "negro da cortile", trendy e domestico, è stato infatti sdoganato da tempo. E non ha praticamente dato nulla alla causa degli immigrati comuni. Il problema non è modo in cui ci si rapporta a persone dalla pelle diversa: il problema è come ci si rapporta alla differenza. Differenza che va al di là del colore dell'incarnato, ma che non per questo è meno pericolosa.

venerdì 5 marzo 2010

Sondaggi farlocchi e sciocche generalizzazioni

Il sito del Club della Libertà propone un sondaggio chiedendo ai lettori se l'esclusione del PdL dalle candidature regionali, dopo i pasticci burocratici di Milano e Roma, sia giusta. In poche ore, i sì schizzano alle stelle: il 97,9% dei votanti sul sito del PdL ritiene che l'esclusione dello stesso PdL sia giusta. Il sondaggio viene quindi cancellato, ma qualcuno salva la pagina e la vicenda arriva fino al Sole 24 Ore

giovedì 4 marzo 2010

Bambini obesi: anche i nonni hanno le loro colpe oggettive

Giusto pochi giorni fa riportavo i risultati di una ricerca secondo la quale i genitori vedono i loro figli come più magri di quello che in realtà sono. Se per i genitori di bambini normopeso gli errori di percezione li portavano a vedere i figli come più magri del reale, i genitori dei bambini sovrappeso tendevano così a vedere i propri figli come normopeso.

Una parte delle colpe dell'alta obesità infantile, quindi, andrebbe imputata proprio alla superficialità dei genitori. I quali spesso percepiscono in maniera erronea il corpo dei propri figli, sottovalutando in più le avvisaglie di sovrappeso giudicate, fino ad una certa età, sempre e comunque come naturali e fisiologiche se non come sintomo di "buona salute".
Ora una nuova ricerca, pubblicata dall'International Journal of Obesity, punta il dito su un'altra categoria e cioè quella dei nonni. Secondo la ricerca, i bambini tra 6 mesi e 3 anni accuditi costantemente dai nonni hanno il 34% di rischio in più di essere obesi rispetto ai bambini allevati negli asili nido. La percentuale scende al +15% nel caso di bambini che dividono le giornate tra genitori, nonni part-time e/o baby sitter.

mercoledì 3 marzo 2010

lunedì 1 marzo 2010

Le scimmiette di Gerry Scotti che «fanno rumore da Trieste in giù»

Che carucce le scimmiette ammaestrate di Gerry Scotti! Quel clan di bambini già vecchi che, ripescati dai piccoli guardaroba di Cologno Monzese panciotti e nastrini, salgono sul palco di Canale 5 per far sbarluccicare di commozione gli occhi cisposi delle nonne e delle casalinghe d'Italia a suon di vecchi classici della canzone italiana! 

E' bello svegliarsi la domenica mattina e vedere, in tv, la replica di Verissimo che ospita i piccoli catalizzatori di pizzicotti e baciotti virtuali del programma Mediaset "Io Canto", età tra i 7 ed i 16 anni. Ancora più bello scoprire, tra le righe, che a qualcuno è venuto in mente di fargli cantare il vecchio cavallo di battaglia di Raffaella Carrà, "Tanti auguri", canzone del 1978 famosa per l'adagio "com'è bello far l'amore da Trieste in giù". Cambiandone il testo, naturalmente. Non sia mai che qualcuno si scandalizzi.