domenica 28 marzo 2010

Piccolo compendio di misoginia contemporanea (Massimo Fini sul Fatto Quotidiano)

Sabato 27, il Fatto Quotidiano se ne è uscito con un piccolo compendio di misoginia contemporanea a firma Massimo Fini: "Donne, guaio senza soluzione". Un articolo (tra l'altro riciclato) che, per quanto veramente offensivo (e quì veramente si fa fatica a difendere il Fatto Quotidiano, giudicando positivo il lasciar spazio a pensieri discutibili e politicamente scorretti: se c'è un limite, ci si è andati vicini), ci aiuta forse a entrare in contatto con quell'Italia profonda retrograda che tanto si fatica a trascinare nel secolo ventuno.

«Le donne sono una razza nemica» esordisce Massimo Fini, scrittore tra i più popolari nella rete (soprattutto tra le nuove destre ma non solo) e collaboratore fisso de Il Fatto, chiarendo subito la cornice del suo ragionamento. L'argomento è quello, sentito dai tempi delle Sirene di Omero in poi, per il quale le donne sono geneticamente irrazionali e subdole: hanno la lingua «biforcuta», ragionano «in maniera tortuosa», sono vigliacche, sono «totalmente inaffidabili» perchè non rispondono alla logica, alla ragione, ma solo al loro spirito dionisiaco e alle loro passioni vitali. «Per questo, per secoli o millenni, l’uomo ha cercato di irreggimentarla, di circoscriverla, di limitarla, perché nessuna società regolata può basarsi sul caso femminile». L'apologia del patriarcato in un paio di righe: l'"irregimentarla", il "circoscriverla" (sappiamo tutti, nei fatti, quali forme ha preso questa volontà), assume quindi una funzione "sociale". Quasi ci si aspetta che la donna debba ringraziare. 

Ma l'uomo di Massimo Fini è, in fondo, un essere troppo leale e troppo buono. Lei fa gli occhi dolci, e lo ricatta con l'arma sessuale: «al primo singhiozzo bisognerebbe estrarre la pistola - suggerisce Fini - invece ci si arrende senza condizioni». Secondo Fini è l'uomo il debole; lasciato da parte il suprematismo machista che vuole la donna "inferiore" tout court, il nostro sembra fondare la sua domanda esplicita di discriminazione corporativa sulla necessità di difendere l'uomo dalle manovre subdole della tirannide al femminile

Ci verrebbe da chiedere: com'è possibile che quello stesso uomo, prima descritto come campione di razionalità olimpica che si assume il ruolo di "irregimentare" la donna in quanto essere inaffidabile e pericoloso, si trasformi nel paragrafo successivo in una sorta di vittima da tutelare?

Semplice: la donna è seduttrice "per natura", per "razza" (termine di Fini); non lo fa per colpa sua ed il suo ricatto è, in qualche modo, "inconsapevole", il chè spiega perchè ha potere pur senza essere intelligente.

Ed allo stesso tempo l'uomo è sì razionale e affidabile, ma non al 100%: la donna è, nonostante tutto, la vecchia tentatrice della Genesi, e l'uomo un povero essere imperfetto. La forza della natura e del male che si contrappone all'uomo, forza del bene e della ragione: l'intera storia della relazione tra i generi riletta in chiave mitologica e militaresca, che appare (dato che tutto è per Fini in qualche modo "genetico", dalla lacrima subdola alla sessualità lobotomizzante dell'uomo) come irrisolvibile.

E quì il politically correct fa breccia anche nel "ribelle" Massimo Fini: visto che non è bello affermare apertamente di esigere dei privilegi sulla base di una posizione di forza maggiore, si finge di essere vittima di una discriminazione, di un'ingiustizia. La disciminazione ai danni del debole si tinge di toni "morali": lui è forte ma scorretto, noi siamo buoni e quindi incapaci di difenderci; e lo stato ci deve tutelare. Il tutto, senza ammettere in maniera completa la propria debolezza, senza mettere in discussione il primato dell'uomo: la donna (ma anche l'immigrato) ha spesso la meglio ma solo perchè gioca sporco (l'uomo, invece, è troppo buono e come se non bastasse ha le sue innocenti debolezze).

E' interessante anche notare come quello che fuori contesto potrebbe essere inteso quasi come un complimento (la donna che, grazie al suo fascino, è in grado di incantare l'uomo), si riveli all'interno del ragionamento in tutta la sua portata sessista: l'intero pezzo è zeppo di complimenti apparenti al genere femminile, che solo uno sguardo di insieme può svelare per ciò che in realtà nascondono. Basti pensare al bifronte «dobbiamo difendere le nostre donne» di cui scrissi tempo fa.

Ma torniamo al presente: «adesso che si sono finalmente “liberate”, [le donne] sono diventate davvero insopportabili» sbotta il reazionario Massimo Fini.

Prima, il rimpianto per la scomparsa dei vecchi angeli gregari del focolare, delle donne tremendamente noiose ma rassicuranti che si "realizzavano" vivendo in funzione dell'uomo (tutto ciò definito "femminilità"): «Han perso, per qualche carrieruccia da segretaria, ogni femminilità, ogni dolcezza, ogni istinto materno nei confronti del marito o compagno che sia, e spesso anche dei figli quando si degnano ancora di farli».

Poi, la colpevolizzazione della donna e la negazione del concetto di violenza sessuale: «non fan che provocare, sculando in bikini, in tanga, in mini. Ma se in ufficio le fai un’innocente carezza sui capelli è già molestia sessuale, se dopo che ti ha dato il suo cellulare la chiami due volte è già stalking, se in strada, vedendola passare con aria imperiale, le fai un fischio, cosa di cui dovrebbero essere solo contente e che rimpiangeranno quando non accadrà più, siamo già ai limiti dello stupro».

«Basta. Meglio soddisfarsi da soli dietro una siepe» conclude il razionale uomo Massimo Fini, cui suggerisco (per mettere fine a questo conflitto di potere tra cervello e testicoli) l'autocastrazione.

Lo speriamo; giusto per non dover pensare ad amiche, compagne, sconosciute, a spasso con bestie di questo genere. Nell'attesa che anche le siepi imparino a usare le spine.

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Vedi anche Alle radici della Misoginia: Alfred Adler psicanalizza Massimo Fini

8 commenti:

  1. Meglio una siepe piuttosto che le bestie di donne che si vedono i giro - si fa meno fatica e in più non senti degli insulti, se poi si pensa alle leggi filo-femministe, ti scappa subito la voglia.

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  2. per fortuna me l'ero persa questa 'perla'.
    che tristezza, francamente trovo molto discutibile che il fatto quotidiano abbia pubblicato questa schifezza.

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  3. Che bella provocazione!
    Fantastico il finale "nell'attesa che anche le siepi imparino ad usare le spine"... L'uomo, in particolar modo quello latino, disprezza e ama ciò di cui non sa fare a meno e rifiuta, per atavica congenialità, il confronto intellettuale con l'altra metà del Cielo, non sia mai dovesse scoprire d'essere davvero "inferiore"!
    Chi sa se Ulisse alla fine capì che a Penelope interessava regnare come regina indiscussa di Itaca e poco Le importava del suo ritorno :))

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  4. @Francy274 Piuttosto di avere a che fare con altezzose e supponenti femministelle come lei, meglio scoparsi "inferiormente" un cactus:-)

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  5. Nel cinquecento si tenne un conclave di vescovi cattolici in Francia, ove per pochi voti prevalse la tesi (l'ipotesi?) che anche le femmine possiedano un anima.Idem per l'Islam. I rabbini nelle sinagoghe ringraziano il loro Dio per averli fatti nascere uomini e non femmine, relegando come nelle moschee, le femmine in luoghi riservati esclusivamente solo a loro e ai bambini.Tanto sono molto simili.Oppressione? Maschilismo? No legittima difesa.In occidente ormai femminilizzato, il maschio è solo un donatore di sperma e un bancomat cui spillare quattrini finché campa, dopo averlo rovinato con un divorzio, buttato fuori di casa, tolto ogni diritto sui figli, tranne quello di pagare, pagare, pagare!. Recita un antico adagio, frutto della saggezza popolare, che si tramandava di padre in figlio:"Chi dice donna dice danno!".

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  6. Mi sembra chiaro che l'uomo e' debole se ha questa concezione della donna.. ma basta superare questo senso di inferiorita', di apprezzare la diversita' psicologiche delle donne e viceversa. C'e' da dire che anche molti uomini sono manipolatori, incantatori quanto tante donne.. forse non se ne rendono conto di questo.Ci sono anche molte donne che non sono come descritto sopra e sono dotate di intelligenza che come dice mia madre a volte bisogna mascherare per far credere all'uomo che ha deciso, sempre perche' ci sono i sensi di iferiorita'da parte del mondo maschile. Che dire e' riduttivo considerare le donne seduttrici e non intelligenti,direi comodo, semmai e' segno che hanno saputo elaborare astutamente delle tecniche che io non non condivido in quanto non mi ci rispecchio.

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