giovedì 30 settembre 2010

McDonald's è pulito? Purezza e pericolo al tempo del cibo industriale

Anche se rispetto a qualche anno fa le cose stanno cambiando McDonald’s è, almeno in Italia, ancora fortemente associato all’idea di sporcizia. Mentre le leggende metropolitane sulle cucine dei fast food, sulla scarsa pulizia e sulla dubbia igiene dei prodotti passano in parte di moda tra i giovanissimi, chi ha lavorato presso uno di questi fast food si sente ripetere ancora ad anni di distanza la stessa domanda (che nessuno porrebbe mai a un cuoco o a un barista): «ma com’è, è pulito?». Dimostrarsi scettici riguardo all’igiene del fast food, è una specie di messaggio in codice per far capire all’interlocutore di saperci fare, di saperla lunga, di prestare attenzione – scansando la disinformazione pubblicitaria – a ciò che si mangia.

Eppure, le pubblicazioni accademiche di storia dell'alimentazione concordano su un punto: una fetta consistente del successo originario delle catene di fast food (e in particolare McDonald's) negli Stati Uniti, fin dagli anni '30 e '40 del ‘900, fu dovuta proprio alla sensazione di igiene che McDonald’s e simili riuscirono a trasmettere ai consumatori dell'epoca. McDonald’s sconfisse i piccoli rivenditori anche perché riuscì a rassicurare i clienti: si impose mostrandosi come rigoroso, trasparente e pulito.

La miglior posizione nei motori di ricerca

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Buongiorno,
sono Fabio *** e lavoro in una societa' che si occupa di SEO e diffusione di siti Internet.
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Tutto ciò è offerto a titolo completamente gratuito.
Sperando che la nostra offerta di siti sia di vostro interesse, saremmo lieti di offrirvene i migliori!
Cordiali saluti,
Fabio ***
Che dilemma: quasi quasi ritiro fuori Kant e Machiavelli.

Che tristezza, però. D'altra parte la rete non è che un semplice e quasi neutrale mezzo.

mercoledì 29 settembre 2010

Storia di Issam, espulso nella "sua casa" sbagliata

Issam Boussoura è un ragazzo nato nel 1978 in Marocco. Tre settimane dopo la nascita Issam si trasferisce con i genitori in Francia dove cresce, vive, frequenta la scuola, lavora, delinque. Nel 1999  Issam viene arrestato per reati quali la tentata estorsione ed il possesso di stupefacenti. Ha 21 anni. Finisce in carcere, condannato a 5 anni. Ma nel 2002, mentre sconta la sua pena, la Francia lo espelle, lo rimanda in Marocco. Lo rispedisce "a casa sua", come si dice in questi casi.

Peccato che a "casa sua", in Marocco, Issam non ci abbia mai vissuto. La sua vera casa, i genitori ottantenni ormai cittadini francesi (e gli amici, le abitudini, i legami creati in 21 anni), Issam li lascia in Francia. Nel 2009 muore la madre, che Issam non ha più nemmeno potuto vedere. Una vita a pagare le tasse mentre si spera in un futuro migliore per i figli, per non poterli neanche salutare dal letto di morte.

Il 24 settembre 2010 la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo pronuncia la sentenza. Issam Boussoura vince la causa contro la Francia perchè l'allontanamento, vista la condizione familiare, non era giustificato (altrimenti lo sarebbe stato, figuriamoci; anche i francesi sono mammoni). Risarcimento?  

martedì 28 settembre 2010

Boicotta Omsa e Golden Lady

Questo è il testo di una sorta di lettera aperta che ho inviato a Femminismo a Sud che ringrazio per lo spazio.

Vi scrivo dopo aver visto la puntata di Presa Diretta “senza donne” [potete guardarla per intero QUI]. Dal minuto 1.08.50 si parla, tra le altre cose, della situazione delle dipendenti Omsa e Golden Lady. Come saprete meglio di me Omsa è già finita nell’occhio del ciclone dopo aver delocalizzato lo stabilimento di Faenza (oltre che per le pubblicità sessiste). Ora salta fuori che Omsa è azienda “leader” anche nel comportamento anti-sindacale, negando alle madri le loro esigenze di part-time, flessibilità, asili aziendali.

Omsa è un’azienda italiana che ha costruito la sua fortuna sulle donne italiane. Ma Omsa, al contrario del suo slogan, non è amica delle donne. Da nessun punto di vista. Delocalizza, nega i diritti alle madri, nutre con i suoi spot un immaginario deprimente.

La mappa degli stereotipi europei

Per gli americani la terra del padrino, per i francesi i vicini guasconi e chiassosi, per gli inglesi la patria dei tamarri brizzolati, per i tedeschi la terra della pizza e dei musei: è questa l'Italia vista dall'estero secondo le mappe degli stereotipi (i popoli europei visti da americani, inglesi, francesi, tedeschi, italiani e bulgari) create da un artista bulgaro-londinese e pubblicate sul suo sito (descritte in maniera estesa dal Corriere, e ripubblicate con didascalie in italiano qui).

Pur prendendo questo lavoro con le molle, è interessante riflettere sulle origini di questi stereotipi.

* Primo: quasi tutti gli stereotipi hanno per oggetto accadimenti tutto sommato recenti - come a dirci che sono mutevoli e quindi si possono cambiare rapidamente.

* Secondo: questi stereotipi sono spesso soltanto la rivisitazione di vecchi stereotipi che si hanno semplicemente rinnovato l'oggetto - come a dire che i pregiudizi non sono poi così duri a morire: spesso muta solo la forma e non la sostanza.

* Terzo: le fonti principali sono i movimenti di persone (il viaggio e l'immigrazione), la politica (Gazprom, il comunismo) e la cultura materiale popolare (il porno, la cannabis). Come a confermarci che è su questi ambiti che bisogna lavorare.

lunedì 27 settembre 2010

Link della settimana - Bimbiminkia, Mosè, Huffington Post, Laura Ravetto, Castelli & Corea

* Se i bimbominkia sapessero (dal blog Leonardo)
"La sfiga di essere preadolescente negli anni Dieci: nessuno vuole venderti nulla di più strutturato di un braccialetto in plastica. I CD ormai li comprano solo i vecchi sbabbioni – ai bimbominchia al massimo riesci a piazzare una suoneria, ed è tutto. Se vuoi appassionarti a Lady Gaga, puoi farlo, ma non è come Madonna Ciccone, che alienava completamente tua madre tredicenne dai gusti dei suoi genitori. Una tredicenne di oggi che si accosta a Lady Gaga si trova davanti a riferimenti culturali che sua madre capirà meglio di lei. In effetti stiamo rivendendo gli anni Ottanta in frullati omogeneizzati, sperando che i nostri figli non abbiano bisogno di nient'altro. Poi vengono su un po' fessi e li sfottiamo, ma è un modo per sentirci ancora padroni della situazione". 
* La traversata del mar Morto e i fondamentalisti evangelici su Repubblica (da Kelebekler)
Vedo esposta in edicola la prima pagina di Repubblica, che non è il quotidiano di Vittorio Feltri. In basso, ma ben evidente:
Ricostruito il “miracolo” il vento aprì il Mar Rosso
Da cui una persona di media cultura ricaverà che
1) Mosè è veramente esistito
2) Mosè ha davvero attraversato il Mar Rosso,
3) adesso gli scienziati avrebbero scoperto come è avvenuto e
4) che queste due affermazioni sono suffragate dall’autorevolezza di un quotidiano.
* Aggregatori: i buoni e i predatori (es. Huffington Post) (da lsdi - Libertà di Stampa e Diritto di Informazione)
Ecco i “principi” dell’ Huffington Post:
– Prendi un articolo originale disponibile su internet, preferibilmente non coperto da paywall.
– Confronta l’ argomento con le analisi di traffico su quello che i lettori amano sul tuo superblog.
– Riedita l’ articolo con un tasso di compressione fra il 15 e il 30%  (a volte di più), cercando di stare il più possible in linea con una interpretazione elestica dell’ “uso corretto” del materiale.
– Il risultato della tua ‘lavorazione’ editoriale deve assolutamente essere una entità autosufficiente.
– Tante citazioni e link a volontà, ovviamente; la tua correttezza deve essere indubitabile; il linkare non è un gran problema perché ormai nessuno clicca e va alla fonte originale (il tuo trattamento deve essere organizzato in modo tale da prevenire il percorso verso il contenuto originale).
– Ce l’ hai fatta: il lettore deve restare nell’ ambiente dell’ Huffington Post, nel quale lascerà commenti e ciarle a profusione; condividerà il “pezzo” su Facebook, creando ulteriore riverberazione alla macchina di HuffPo, che poi la rivenderà ai suoi inserzionisti.
* Fenomenologia dell'onorevole Laura Ravetto fan del Blackberry (dal blog reporters)
Chi guarda il programma da casa non può capire le dinamiche che gravitano intorno all'onorevole Ravetto. Certo, i telespettatori hanno potuto vedere con quale arroganza questa sera abbia affermato che i dati Ipsos presentati da Pagnoncelli sull'indice di gradimento nei confronti dei principali attori della scena politica italiana fossero falsati perché Berlusconi era dato al 40% "quando lui nelle piazze viene acclamato da tutti" (cosa usano i sondaggisti del Pdl, l'applausometro?). Ma il meglio di sè la Ravetto lo dà il secondo successivo ad ogni suo intervento, lo dà a partire da quella frazione di secondo in cui le telecamere smettono di inquadrarla e lei può dedicarsi alla sua attività preferita: leggere i messaggi arrivati sui Blackberry. Il plurale è voluto. Dietro di lei ci sono quattro assistenti che affannosamente le passano i vari cellulari dove la bionda deputata può leggere gli interventi da fare.
 * Castelli ad Annozero dice una "boiata" su Corea del Sud e salari bassi e nessuno lo contraddice (da AgoraVox)
Il ministro Castelli, ospite giovedì sera della trasmissione condotta da Michele Santoro, ha detto la classica " boiata pazzesca": perdiamo appalti – si parlava della cantieristica navale – a causa della concorrenza della Corea del Sud, paese dove hanno stipendi bassissimi. In Corea del Sud, però, cosa stranota a chiunque abbia anche solo un vago interesse per le questioni economiche, non solo gli stipendi non sono bassissimi, ma addirittura sono i più alti di tutta l’OCSE.Ecco la classifica degli stipendi medi aggiornata al Febbraio 2010: al primo posto la Corea del Sud (39.931 dollari), secondo è il Regno Unito (38.147) e terza la Svizzera (36.063). Seguono, dal quarto al decimo posto: Lussemburgo (36.035), Giappone (34.445), Norvegia (33.413), Australia (31.762), Irlanda (31.337), Paesi Bassi (30.796) e Usa (30.774).E l’Italia? Con 21.374 dollari (poco più di 14.700 €), il nostro paese occupa la ventitreesima posizione, collocandosi dopo quasi tutti gli altri paesi europei, le cui retribuzioni nette annue si aggirano in media intorno ai 25mila dollari e in particolare Germania (29.570), Francia (26.010), Spagna (24.632).

sabato 25 settembre 2010

Vendola e adozioni gay: Tanto rumore per nulla?

INTERVISTATORE: "Sei favorevole alle adozioni per i gay"?

NICHI VENDOLA: "Sono favorevole alle adozioni per i single".
Questa risposta di Nichi Vendola a Enrico Lucci delle Iene ha scatenato un polverone nell'area "blogger vicini al mondo lgbt" in area PD. Prima Ivan Scalfarotto: "Se il rinnovamento che la sinistra offre all’Italia e’ il Nichi Vendola che nega a lesbiche e gay italiani quei diritti che sarebbero riconosciuti loro in larghe parti dell’Europa, anche mediterranea, allora siamo davvero nei guai". Poi la brava Cristiana Alicata, secondo la quale "anche Vendola cade nel tranello catto-pietista secondo cui bisogna negarsi diritti per far contento qualcuno. (...) Un gay contrario(...) alle adozioni non è credibile. Purtroppo". Poi, a rimorchio, molti altri sparsi per la rete. Eppure Vendola non ha detto niente di tutto ciò. Anzi.

venerdì 24 settembre 2010

Che saranno mai due punti di Quoziente Intellettivo?

Teresa Lewis, la "ritardata mentale" ritenuta colpevole di aver assoldato due sicari per uccidere il marito ed il figliastro allo scopo di incassare i soldi della polizza sulla vita, è stata giustiziata ieri notte in Virginia. Gli appelli in suo favore, che hanno provato a fare leva anche sul suo limitato quoziente intellettivo, non sono serviti: il coefficiente intellettuale della Lewis, 72 punti, è infatti superiore di due punti al limite legale al di sotto del quale l'esecuzione è incostituzionale. I due sicari, tra i quali l'uomo che nelle confessioni pare aver più volte ribadito di avere manipolato la donna sembratagli da subito "poco lucida" (Amnesty International) se la sono "cavata" con 22 anni.

giovedì 23 settembre 2010

Blogfest: La festa di chi??

Lo sapevate? Questo fine settimana è il fine settimana del Blogfest, la festa del blog e del blogging. E io che non ne avevo mai sentito parlare! Fortuna che c'è il Post. Beh, ho deciso di andare subito a controllare sul sito. Blogfest è
l’evento che riunisce, ogni anno, tutto ciò che in Italia gravita attorno alle community della rete, che abbiano origine dai blog, da Facebook, da Twitter, dalle chat e dai forum e da qualsiasi altra forma sociale di comunicazione.
Ma come: la festa "di tutto ciò che ruota intorno alle community della rete"? Non la festa della rete? E che cos'è che ruota attorno alla rete? Che poi: la rete non dovrebbe essere un insieme di nodi in cui ogni nodo costituisce la rete stessa ed in cui sono tutti uguali etc. etc. etc.? La rete non saremmo noi? Chi è che ci ruota attorno? O siamo noi che ruotiamo attorno a qualcosa?

Poi ho letto il programma, ed ora credo di avere capito.

Fini hai deciso? Bega personale o contenuti?

Qualche tempo fa Fini rompeva con il PDL. Si disse che usciva sulla base di un dissenso che aveva a che fare con i contenuti, con una serie di visioni diverse. Mica litigi per la visibilità o beghe di potere. No, loro sono superiori. Poi però i finiani hanno detto di voler trattare con il governo e di volerlo appoggiare. Una questione di responsabilità, dissero.

Poi è cominciata la campagna diffamatoria di Feltri e Belpietro che oggi ha raggiunto forse l'apice. E i finiani? Minacciano di rompere il dialogo con Berlusconi. Per ritorsione. Per ripicca. Ma allora è una bega personale o una questione di contenuti?

mercoledì 22 settembre 2010

L'ecofascismo: una sfida (intellettualmente) seria?

Il Guardian dedica un articolo all'ecofascismo ed alle alternative possibili per salvare il pianeta dalla catastrofe ambientale senza dover per questo sospendere democrazia e diritti civili. 

L'ecofascismo contemporaneo, così come inteso nel dibattito anglosassone, si basa sull'assunto secondo il quale la democrazia sarebbe intrinsecaente incapace di approvare e di far rispettare quelle misure che sarebbero necessarie per salvare il pianeta dall'esaurimento delle risorse o dalla catastrofe ambientale. Secondo questa corrente marginale dell'ambientalismo il pianeta può al contrario essere salvato soltanto da una serie di governi autoritari in grado di imporre ed applicare misure drastiche quali per esempio controllo delle nascite, messa al bando dei combustibili fossili, dei mezzi di trasporto privati e del trasporto aereo, smantellamento dei grandi centri urbani, abolizione del commercio internazionale. La gravità della situazione, in ogni caso, giustificherebbe secondo gli ecofascisti qualsiasi mezzo: secondo alcuni sarebbe necessaria l'instaurazione forzata di un sistema sociale basato sui villaggi e sulle piccole comunità rurali (alla Pol Pot), secondo altri sarebbe sufficiente una dittatura in grado di promuovere quel mix di rieducazione forzata e di super-innovazione tecnologica in grado di tener sotto controllo i rischi.

martedì 21 settembre 2010

Fondo nuovi nati: L'educazione al debito parte dai neonati?

Ricordate non più tardi di un paio di anni fa la crisi finanziaria e poi economica? Sotto accusa finì la tendenza perversa dei consumatori americani ad acquistare a debito e, dall'altra parte, la facilità con la quale banche e finanziarie avevano concesso prestiti a persone che non sarebbero mai state in grado di colmarli. Qui da noi si disse: in Italia è diverso, in Italia esiste la "cultura del risparmio" e non ci si indebita con superficialità. In un certo senso era vero: la natura prudente e conservatrice (la spesa a credito: che diavoleria!) dell'italiano medio ha effettivamente contribuito ad evitare la catastrofe che si è abbattuta invece sugli americani.

Oggi, tuttavia, tutto ciò sembra già dimenticato. Il governo dei turbocapitalisti e dei finanzieri creativi ha infatti sostituito dallo scorso anno il vecchio "bonus bebè" a fondo perduto con un prestito di 5.000 euro che i genitori potranno ripagare in 60 comode rate da 95 euro e spiccioli ad un tasso di interessi iniziale del 4%: una vera e propria educazione di massa all'indebitamento.

Bigino di geopolitica della settimana

Limes ha proposto una nuova rubrica: si chiama "il mondo ogni settimana"e la prima puntata, relativa alla settimana 14-20 settembre, è già online.

Si scopre per esempio che il governo (liberale e liberista) di Berlusconi ha sbloccato il trattato di libero commercio UE - Corea del Sud in cambio dell'esclusione del settore dell'automobile dal patto. Che non si dica che la Fiat non riceve aiuti di stato.

"Italian premier Silvio Berlusconi is struggling on the domestic political front and Rome has warned that it could veto the deal, which requires ratification by all 27 EU member states and the European parliament - spiega AFP - Diplomats have suggested that Berlusconi wanted to bring home a victory by securing compromises in Brussels". E noi che non ce ne siamo neanche accorti!

lunedì 20 settembre 2010

I fasti del Rinascimento e la paura di guardare al futuro

"Due anni fa conobbi il sindaco di Firenze Matteo Renzi, che con un gentile gesto di ospitalità si congedò invitandomi ad andarlo a trovare quando mi fossi trovato nella sua città. Mi avrebbe mostrato quello che stava facendo (era ancora presidente della Provincia) e poi rinnovò il suggerimento a godersi le indiscutibili attrazioni locali: “andate a vedere la Madonna del Cardellino!” Io, approfittando di una mia proverbiale mancanza di diplomazia e della sua pazienza da giovane ex scout, gli risposi affabilmente che non se ne poteva più della Madonna del Cardellino e di tutte-le-bellezze-che-il-mondo-ci-invidia e “il nostro Rinascimento” e che due palle che una città col capitale di grandezza, cosmopolitismo e capacità di attrazione come Firenze si fosse seduta da decenni sui suoi capolavori di mezzo millennio prima e sulle sue botteghe di pizza e pellami" (Luca Sofri).

Mi unisco a questo accorato sfogo.

domenica 19 settembre 2010

L'attentato al Papa? Puzzava di scherzo fin da subito. E allora perchè l'avete fatta trapelare?

Il progetto di attentato al Papa? Al massimo (ed anche questo è tutto da dimostrare) una chiacchiera in mensa prontamente segnalata da un collega a Scotland Yard. La quale ha rilasciato proprio oggi i 6 netturbini sbattuti nel frattempo sulla prima pagina di tutti i giornali. 

La spiegazione data dalla polizia britannica è perfettamente condivisibile. "Quando abbiamo ricevuto l'informazione è stato deciso che dovevamo prendere questi uomini e vedere se c'era un vero progetto terroristico - avrebbe detto al Mirror una fonte anonima interna alla polizia - Era qualcosa che non potevamo ignorare, visto che il Papa era nel paese quel giorno e questi uomini avevano accesso al percorso del Papa. Se qualcuno su un aereo scherza dicendo che ha una bomba, le autorità lo prendono estremamente sul serio, e questa era una situazione del genere". Comprensibile. Certo però che da qui a far trapelare e a confermare una notizia simile ne passa parecchio

Come credibilità, siamo ormai a livello della storia di Pierino e il Lupo.

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P.S. Anche la storia di Sakineh, a quanto pare, sarebbe stata abbondantemente montata ad arte.

sabato 18 settembre 2010

Donne in Burqa travolgono pensionata: Lo spot choc della destra identitaria svedese

Un gruppo di donne in Burqa cariche di passeggini che scavalcano una pensionata appropriandosi degli ultimi sussidi statali: è questo il durissimo spot sfoderato per gli ultimi giorni di campagna elettorale dal "Partito Democratico Svedese" (Sverigedemokraternas), formazione nazionalista ed anti-immigrazione che si ispira al Fronte Popolare ed alla Lega, accreditato dagli ultimi sondaggi oltre il 7%.


venerdì 17 settembre 2010

Infibulazione, stato etico e diritti di cittadinanza

Un articolo di Repubblica rilancia il periodico "allarme infibulazione". Emergono almeno due problemi: il fatto che vi sono donne maggiorenni che vorrebbero sottoporsi volontariamente all'operazione e che sono costrette, visto che ciò in Italia è illegale sempre e comunque, a rivolgersi alle "cliniche" clandestine o ad andare all'estero, ed il fatto che è difficile, specie nelle condizioni attuali, tutelare le bambine nate in Italia (ma non italiane) operate più o meno legalmente all'estero.

Punto primo: c'è una parte di donne maggiorenni, evidentemente minoritaria eppur esistente, che chiede volontariamente di poter subire questo genere di operazione. In assenza di alternative legali e sicure queste donne devono oggi scegliere tra l'operazione clandestina (pericolosissima, ed in cui il "medico" rischia fino a 12 anni di galera) o il viaggio all'estero (le maggiorenni possono farsi infibulare nelle cliniche autorizzate in diversi paesi europei, come la Germania). Un pò come per l'aborto un tempo, e come per eutanasia e fecondazione assistita oggi: lo stato etico proibisce, e le donne (rese non pienamente titolari del loro corpo) sono costrette a rivolgersi alle macellaie (rischiando la pelle e pagando l'operazione a peso d'oro, visti i rischi) o ad andare all'estero. Se qualcuno provasse a proporre restrizioni simili per interventi ben più effimeri ma pericolosi quali tatuaggi, piercing, lampade o ritocchi estetici, chissà quanti (giustamente)  insorgerebbero (eppure stiamo sempre parlando di modificazioni permanenti e volontarie del proprio corpo).

giovedì 16 settembre 2010

La Serracchiani spinge sul dialetto: più leghista della Lega?

Grottesco. Debora Serracchiani, pasionaria e speranza (?) del PD, insorge contro il governo regionale del Friuli, in quota centro-destra, colpevole di aver "attuato una politica di riduzione delle risorse per la valorizzazione e la promozione della lingua friulana (che, è sempre utile ricordarlo, non è un dialetto ma una lingua minoritaria riconosciuta dall’Unione europea e da una legge dello Stato)". Pensate un pò: l'azzeramento dei contributi alle emittenti che trasmettono programmi radio e tv in lingua friulana rappresenterà addirittura un impoverimento culturale e informativo ed una minaccia al pluralismo!

Per favore! Il concetto di pluralismo ha a che fare con le idee, con le posizioni, con i punti di vista, con i contenuti, non con il modo in cui si articolano i suoni (Radio Onde Furlane sarebbe un'emittente di contenuti anche se trasmettesse in italiano). Se proprio avanzano dei soldi da dedicare al pluralismo ed all'informazione perchè non sostenere piuttosto le radio indipendenti in quanto tali o ancora la diffusione delle lingue straniere? C'è tutto un mondo, fuori dal Friuli Venezia Giulia, che produce pensiero, informazione e Cultura in lingua inglese, francese, araba, cinese (e la Serracchiani, parlamentare europea, dovrebbe essersene accorta). Nel frattempo noi abbiamo problemi di analfabetismo di ritorno e sovvenzioniamo il teatro dialettale.

mercoledì 15 settembre 2010

La bufala del massacro dei cristiani in Kashmir: decontestualizzare per prendersela coi musulmani in Europa?

[agg. 16/09, segnalo giusto per fare un esempio di cosa intendo "qualcosa di complesso", un lungo eppure essenziale riassunto di ciò che sta alla base degli scontri tra "cristiani" e "musulmani" a Jos, in Nigeria . Giusto per fare un esempio. Eppoi vi segnalo una mia analisi dei titoli che avevano accompagnato le notizie di cui sopra, che ci calza proprio a pennello]
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E' una storia vecchia di qualche giorno, ma non per questo meno istruttiva: i "massacri di cistiani in Kashmir" in "risposta alle minacce del reverendo Jones" (e pure questa cosa è inesatta) che infiammano editorialisti, occidentalisti e commentatori qualunque, non sono mai esistiti: ad essere stati uccisi dalla polizia (indiana) sono stati piuttosto i manifestanti (musulmani). Lo raccontano in maniera articolata, in due bei post, Miguel Martinez e Lorenzo Declich, ma lo diceva in fondo anche Asia News (che pure è schierata abbondantemente ed organicamente sul versante clericale) nel suo lancio iniziale.

Non che tutto ciò cambi qualcosa nella sostanza: le ire della folla erano effettivamente dirette contro una scuola fondata e gestita da missionari episcopali ma frequentata da musulmani (e già da questo si capisce come ci troviamo di fronte a qualcosa di complesso che non si può certo cogliere da un trafiletto frettoloso e militante di agenzia pescata chissà dove). 

E' però forse il caso di fare un pò più attenzione quando si estrapolano notizie gonfie di pregiudizio dai quattro angoli della terra? Meglio: è forse il caso di smetterla (vigliacchi che non siete altro) di estrapolare accozzaglie di aneddoti provenienti da luoghi che non si conoscono minimamente, specie se poi questo non è altro che un punto di partenza per prendersela coi migranti musulmani in Europa?

L'Italia dei campanili risorge per Miss Italia?

Il Corriere rilancia una notizia che offre uno spaccato interessante sul tema "comunità vs. società atomizzata": in occasione del concorso di bellezza Miss Italia, diversi sindaci e assessori si sarebbero mobilitati a favore delle aspiranti miss che risiedono nel loro comune di pertinenza. "Votate la nostra miss, orgoglio della nostra terra" si legge da nord a sud su comunicati ufficiali e volantini stampati, evidentemente anche a spese dei contribuenti, e distribuiti per mobilitare i compaesani al televoto.

A fare notizia, nel caso in questione, è soprattutto il coinvolgimento della politica locale: un coinvolgimento sicuramente fuori luogo, naturale deriva del principio tanto in voga per cui anche il politico deve essere prima di tutto "uno di noi" (e non qualcuno di  funzionalmente "migliore"). Certo è che però questo coinvolgimento della politica ha alle spalle almeno apparentemente un sentimento popolare forte, il campanilismo di cui sopra, che sembra anacronistico e che merita una riflessione. Cosa porta, nell'Italia del ventunesimo secolo, le persone ad emozionarsi a sostegno di una compaesana sconosciuta che può diventare famosa? Perchè interessarsi ad una competizione anacronistica violando tra l'altro quelle che sono le "regole morali" del gioco, votare per eleggere la più bella d'Italia, semplicemente perchè una concorrente risiede nello stesso paese, città o regione?

martedì 14 settembre 2010

La deriva islamofobica del Corriere della Sera: E' il turno di Panebianco

Il Corriere della Sera torna a ripercorrere il tema dell'islamofobia, dopo le vette toccate da Giovanni Sartori, con un editoriale firmato da Angelo Panebianco (anche se il ghost writer potrebbe benissimo essere lo stesso). Anche se l'articolo non aggiunge nulla di nuovo, visto che le tesi sono quelle già sentite (soprattutto sugli autobus e nei bar, altre volte come detto sul Corriere della Sera) dell'Occidente con "gli occhi chiusi" di fronte alla conquista dell'Europa da parte dell'Islam radicale, continua a far dispiacere il fatto che un quotidiano presunto "moderato" come il Corriere continui a concedere spazio a celebri professori universitari, e questo è il secondo elemento di dispiacere, che sentono l'urgenza di parlare di argomenti che non conoscono (un politologo non ha certo il dovere di trasformarsi in un esperto di processi migratori; semmai farebbe meglio ad abbassare un pò i toni o a lasciare spazio a chi si dedica a queste cose) finendo per dare sostanza apparente a quell'islamofobia "da uomo della strada" che poi tanto male fa all'integrazione.

Panebianco parte dalla considerazione che, dalle Torri Gemelle ad oggi, l'Occidente (entità politica che tra l'altro non esiste) si è limitato a "contenere" debolmente l'avanzata dell'islam radicale (Iraq, Afghanistan, Somalia) senza affrontare il problema in maniera radicale. Panebianco ragiona all'interno del vecchio paradigma della guerra globale tra Islam e Occidente e lo dice esplicitamente: l'Afghanistan o la Somalia non vanno intesi come scenari distinti con motivazioni e dinamiche differenti ma come campi di un'unica battaglia mondiale tra Bene e Male. Islam e Occidente, infatti, sono per Panebianco entità reali internamente omogenee nonchè naturalmente contrapposte; ed è quindi naturale, partendo da queste premesse sbagliate, interpretare i flussi migratori provenienti dai paesi musulmani come "travasi" di nemici che contaminano la purezza della "squadra" di cui noi occidentali faremmo parte.

lunedì 13 settembre 2010

Adro: passo falso leghista o vero comunitarismo?

Il bravo Michele Serra torna sulla questione della scuola di Adro con un bel pezzo che vi consiglio di leggere. In particolare, l'articolo di Serra è interessante perchè descrive una situazione esemplare di comunitarismo quasi all'americana: Adro viene descritta come una comunità di evangelici americani completamente fuori dal mondo, un corpo estraneo chiuso su sè stesso in cui tutti condividono un pensiero unico religioso, onnicomprensivo e fanatico, presidiato con energia ed imposto con fare minaccioso a quei pochi che sgarrano dalle leggi del branco. Non dobbiamo prendere questa lettura alla leggera; se non altro perchè nel mondo queste cose esistono (in America si è arrivati ad imporre lo studio del creazionismo, altro che il folklore padano di Adro), e perchè c'è pieno di studiosi che studiano la crescita in Europa di questi gruppi appunto definiti neo-comunitaristi che guarda caso costituiscono la galassia della destra identitaria europea (da Le Pen alla Lega Nord).

Ciò nonostante continuo ad avere i miei dubbi riguardo a queste letture un pò apocalittiche. Ieri mi chiedevo se la mitologia leghista può conquistare davvero le masse padane: davvero la comunità di Adro (o almeno la sua maggioranza leghista) condivide un pensiero, un'ideologia e una mitologia unica? Davvero crede nello stato padano con una bandiera, una filosofia della storia, un Pantheon di eroi, un'intera liturgia pagana nuova?  Davvero gli "intellettuali leghisti" riusciranno a convincere a fondo i cittadini di Adro, al di là di qualche fervente attivista? O queste cose la gente comune in fondo le ignora, o le vive magari con un pò di disagio ("guarda un pò questi quanto si stanno allargando...")? Perchè a fianco dell'idea di una massa indottrinata e fanatica, che pensa e si muove come un corpo solo, non dobbiamo escludere l'immagine alternativa, più italiana: i cittadini di Adro come un gruppo di persone che si salda soltanto attorno ad un set di interessi concreti (razzismo spiccio, generici paradisi comunitari perduti, abbasso Roma ladrona), in un clima sicuramente preoccupante e spaventoso, ma che in fondo è poco interessata al paganesimo ed all'epica leghista.

domenica 12 settembre 2010

La mitologia leghista può conquistare davvero le masse "padane"?

La decisione di tappezzare il nuovo polo scolastico "Gianfranco Miglio" di Adro di simboli leghisti, dai posacenere (fuori da una scuola?!) fino alle "o" dei comunicati appesi in bacheca, è il semplice sintomo di un delirio di onnipotenza. A forza di gongolarsi della favola a metà del "radicamento sul territorio", a forza di credersi appoggiati incondizionatamente da chissà quale maggioranza assoluta, la Lega Nord sta forse finalmente superando la misura: si crede padrona del territorio, e crede che la sua mitologia grottesca abbia fatto breccia tra la popolazione. Ma credo che stiano facendo il passo più lungo della gamba: perfino i cittadini della provincia bresciana si accorgeranno, a questo punto, di trovarsi di fronte ad una forma di potere grottesca. I banchi griffati lega sono un delirio di potenza che la gente della provincia "padana", poco interessata alla mitologia celtica, vivrà probabilmente con imbarazzo: questa gente ha bisogno di politiche razziste e semplicismo spiccio e non di una nuova religione pagana.

Gli studiosi ribadiscono che, tra le forze della Lega, c'è anche la mitologia, i rituali, l'immaginario paganeggiante e le sciocche basi storiche ricostruite alla bell'e meglio in pochi anni di esistenza. Io credo che questo genere di folklore possa funzionare accendendo qualche militante, ma che in fondo non interessi poi tanto a queste genti di provincia abituati a farsi scivolare addosso ideologie, dominazioni, religioni. Anche se la Lega cerca di accreditarsi come realtà autoctona, credo la mitologia e la retorica non piacciano in fondo ai vietcong mansueti e zucconi che popolano la provincia sonnacchiosa del nord Italia.

sabato 11 settembre 2010

"L'esercito dei baby immigrati alle porte". Partiamo dal linguaggio...

Un "esercito di baby immigrati bussa alle porte delle elementari", scrive Repubblica. E così quello che dovrebbe essere un articolo asettico tutto numeri e dichiarazioni di esperti, quello che dovrebbe essere addirittura un articolo di denuncia dell'impreparazione, del razzismo istituzionale, delle discriminazioni strutturali che complicano gratuitamente la vita degli italiani di domani e delle loro famiglie, finisce per rievocare quell'idea di invasione barbarica che sta poi alla base di tutte le storture di cui sopra.

Prima di tutto l'immagine dell'esercito, che forse non è poi così adatta a designare l'insieme dei bambini di 5 anni figli di stranieri (ce li immaginiamo uno con lo zaino dei Gormiti, l'altra con i nastrini bianchi tra i capelli) che si apprestano a cominciare la scuola. L'esercito è un insieme di elementi tutti uguali, di soggettività sacrificate sotto una bandiera ed una divisa, che si muove in maniera coordinata verso un unico obiettivo tendenzialmente bellicoso: una metafora bellica inutile, specie se si parla di bambini, che però non fa che alimentare (anche su Repubblica, anche in un articolo colmo di buone intenzioni) il clima di paura, la sensazione di assedio e di noi contro loro.