domenica 12 settembre 2010

La mitologia leghista può conquistare davvero le masse "padane"?

La decisione di tappezzare il nuovo polo scolastico "Gianfranco Miglio" di Adro di simboli leghisti, dai posacenere (fuori da una scuola?!) fino alle "o" dei comunicati appesi in bacheca, è il semplice sintomo di un delirio di onnipotenza. A forza di gongolarsi della favola a metà del "radicamento sul territorio", a forza di credersi appoggiati incondizionatamente da chissà quale maggioranza assoluta, la Lega Nord sta forse finalmente superando la misura: si crede padrona del territorio, e crede che la sua mitologia grottesca abbia fatto breccia tra la popolazione. Ma credo che stiano facendo il passo più lungo della gamba: perfino i cittadini della provincia bresciana si accorgeranno, a questo punto, di trovarsi di fronte ad una forma di potere grottesca. I banchi griffati lega sono un delirio di potenza che la gente della provincia "padana", poco interessata alla mitologia celtica, vivrà probabilmente con imbarazzo: questa gente ha bisogno di politiche razziste e semplicismo spiccio e non di una nuova religione pagana.

Gli studiosi ribadiscono che, tra le forze della Lega, c'è anche la mitologia, i rituali, l'immaginario paganeggiante e le sciocche basi storiche ricostruite alla bell'e meglio in pochi anni di esistenza. Io credo che questo genere di folklore possa funzionare accendendo qualche militante, ma che in fondo non interessi poi tanto a queste genti di provincia abituati a farsi scivolare addosso ideologie, dominazioni, religioni. Anche se la Lega cerca di accreditarsi come realtà autoctona, credo la mitologia e la retorica non piacciano in fondo ai vietcong mansueti e zucconi che popolano la provincia sonnacchiosa del nord Italia.


Forse sono troppo ottimista: forse non andrebbe preso sotto gamba l'ennesima provocazione che si abbatte su un paese dove già l'associazionismo è morto, soffocato dal clima da dittatura sudamericana instaurato in pochi anni di governo leghista, ed in una terra dove questo genere di scemenza tende a trasformarsi immediatamente in modello. Il problema, in questi casi, non è tanto la portata del gesto in sè quanto il fatto che il limite del possibile e del decente viene spostato sempre un pò più in là: fino a ieri era impensabile una scuola griffata dalla politica, oggi tutto ciò ci sembra quasi normale.

Ho però l'impressione che, con queste iniziative, la Lega stia tirando troppo la corda. Le genti padane possono tollerare ed appoggiare le politiche concrete, ma non solo a loro agio quando qualcuno cerca di inculcargli una qualsivoglia "cultura".

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