lunedì 28 dicembre 2009

Al Tg5 va in scena l''oroscopo d'Italia per il 2010. Secondo Branko, le stelle «vogliono le riforme»

Si racconta che, in passato, i destini delle nazioni fossero retti dalle profezie di sibille, oracoli, arusplici, astrologi, sacerdoti. Poi venne l'illuminismo, e le cose divennero molto più tristi e molto meno convincenti: oracoli e astrologi non scomparvero del tutto, ma rimasero confinati alle credenze magiche, ai pantheon popolari, al limite al folklore nazionale.

Poi venne il Tg5, e le cose ripresero colore.

Domenica 27 dicembre, ore 13.15 circa. Davanti alle famiglie riunite a tavola per il pranzo domenicale, entra nello studio del Tg Branko, l'astrologo della famiglia Mondadori-Mediaset (mica quel comunista fannullone di Paolo Fox). Lo scopo dell'ospitata è sicuramente degno, e consono al contenitore: fare l'Oroscopo all'Italia per il 2010.

domenica 27 dicembre 2009

"Mala Burocrazia" o "Principio dell'Uguaglianza"?

La mattina di Santo Stefano, un medico Viterbo ha portato al pronto soccorso dell'ospedale in cui lavora il suocero colpito da un malore.

L'uomo, colpito da un attacco di cuore, è risultato bisognoso di ulteriori esami emodinamici. Peccato che il laboratorio di emodinamica dell'ospedale fosse chiuso, come sempre durante i giorni di festa, vista la carenza di personale. Non restava che provare a trasferire al più presto il paziente (ci si avrebbe potuto anche pensare prima ma si sa, il panico...), nonostante le condizioni critiche, all'ospedale vicino in cui il reparto è aperto tutti i giorni dell'anno.

Il genero dottore, tuttavia, ha scelto un'altra strada.

sabato 26 dicembre 2009

Saggio/ La Servitù diffusa e il Deficit Repubblicano

In un recente post, il bel blog Femminismo a Sud denuncia il sessismo latente nella nuova pubblicità di Alitalia. La critica, assolutamente condivisibile, è dovuta al fatto che, di fronte alla «disponibilità, al sorriso, alla subordinazione e all'atteggiamento da geisha» tenuto dalla hostess, il protagonista ha il coraggio di rimpiangere il fatto che la moglie, a casa, non si comporti esattamente così.

Riguardando lo spot, mi è risultato però inevitabile andare oltre. Quanto risulta odioso, indipendentemente dalla variabile di genere, l'atteggiamento del protagonista che gode nel pretendere dalla hostess (con un atteggiamento vagamente arrogante) del cibo, qualcosa da bere, una copertina ed il "cuscino morbido", per poi sorridere compiaciuto dei servigi ottenuti?

mercoledì 23 dicembre 2009

Etnografia / «Ciccia è bella»? Tra suggestione e camuffamento

«Ciccia è bella» è il titolo di un nuovo programma proposto in prima serata da Italia 1 che tratta il disagio
provato dalle donne in sovrappeso all'interno una società che propone un modello di femminilità legato alla magrezza ed alla tonicità. Basato su storie vere, il nuovo reality propone in ogni puntata diverse storie nelle quali la protagonista, partendo da una situazione di totale non accettazione del suo corpo, viene condotta attraverso una serie di rituali e di appuntamenti con esperti ad uno stato di maggiore apprezzamento della propria forma esteriore, come nella migliore delle fiabe.

Pur partendo da una premessa interessante (per quanto banale) quale l'idea che i modelli proposti dai media agiscano in un modo tirannico sulle donne producendo in tutte coloro che non rispettano i canoni estetici irreali varie forme di disagio, il programma è figlio dello stesso clima di superficialità che dice di voler criticare e si risolve, naturalmente, in un qualcosa che sta a metà tra una grottesca sequela di tentativi di ipnosi collettiva ed un'esposizione surreale di "freaks" (cioè di "fenomeni da baraccone").

venerdì 18 dicembre 2009

I "Cinepanettoni" di Natale e la mobilità intergenerazionale

L'Italia, si dice, è un paese bloccato dallo stato. Gli uffici pubblici, la politica, l'università, l'arte "elevata", sono il regno delle "caste": corporazioni di soggetti stretti da forti legami di sangue e di potere che non scelgono chi ammettere sulla base del merito ma sulla base delle parentele, dei favori, dei patti d'onore.

L'università? Piena di figli di professori, che hanno ottenuto il posto non perchè lo meritano ma perchè sono raccomandati. I teatri? Pieni di gente incapace, di figli di attori e di finti intellettuali, che vivono sulle spalle della gente che lavora. Gli uffici pubblici? Pieni di "mogli di", di "amanti di", di "figli di", grazie a assunzioni a chiamata e concorsi pilotati. Poi ci si lamenta se le cose vanno male, se l'università non funziona, se il teatro ha perso ogni contatto con il pubblico, se i servizi pubblici sono inefficienti e arretrati!

giovedì 17 dicembre 2009

Visioni Metropolitane / Bob Marley sul piazzale della stazione

Ore 21 circa, piazzale della stazione.

Fa freddissimo: è già notte da ore, ed il respiro si condensa in vistosi sbuffi di vapore. In giro non c'è praticamente nessuno: i pochi passeggeri scendono dal treno e attraversano il piazzale in un volo per scomparire inghiottiti dall'automobile di un amico, di un genitore.

La piazza, di pietre grigie, è come candida sotto la luce intensa dei lampioni. A un lato del piazzale, in un angolo buio, sotto un piccolo albero, aspettano placidi due ragazzi di colore. Hanno giubbotti e pantaloni scuri, e cuffie nere calcate sulla fronte; solo, di tanto in tanto, estraggono una mano dalla tasca per afferrare la sigaretta accesa che custodiscono tra le labbra.

martedì 15 dicembre 2009

Visioni Metropolitane / La feroce Primavera dei musicisti gitani

Sono le ore 13 di un martedì di metà dicembre. La metropolitana è quasi piena: se non altro così stipati il freddo si sente di meno! Ci sono studenti, qualche straniero, tante persone non meglio connotabili. Il soffitto della carrozza, bianco e lucido, riflette tutti come in un sogno, solo un pò più languidi e rimescolati. Due uomini di mezza età, ben vestiti, parlano ad alta voce di cantieri dondolando un pò; a parte loro, il chiasso del treno in corsa ricopre e cancella ogni altro suono.

lunedì 14 dicembre 2009

Etnografia / La Fiera dell'Artigianato "etnico" di Rho

La fiera dell'artigianato di Rho (nel 2009 dal 5 al 13 dicembre) è ben più di una semplice occasione per fare incetta di chincaglieria etnica, spesso estremamente accattivante, o per perdersi per qualche ora tra le suggestioni un pò grossolane ma stuzzicanti offerte dalle centinaia di espositori provenienti (teoricamente) da ogni angolo del pianeta. Una spedizione attraverso le luci e le ombre di questo "villaggio globale", lucidamente e ordinatamente accattivante, sorprendente ma non troppo, è infatti il modo più semplice e più lampante per osservare i modi in cui le rappresentazioni del mondo vengono inventate, commercializzate e reiterate nell'epoca della passione popolare per il folklore, per il "viaggio" e per lo stile etnico.

La Fiera dell'artigianato di Rho Milano è un'esposizione e un mercato di prodotti di "artigianato" provenienti da tutto il mondo. Gli spazi della fiera sono stati infatti divisi in quattro blocchi, che occupano altrettanti padiglioni doppi: due dedicati all'Italia (settentrionale e centro-meridionale), uno all'Europa e uno al Resto del Mondo. Lo scopo della fiera sarebbe quello di offrire uno spaccato dell'artigianato mondiale, assecondando l'interesse straordinario e crescente del pubblico per ciò che è esotico: dagli oggetti d'arte ai soprammobili, dai tappeti ai mobili etnici, dalle essenze ai capi di abbigliamento e agli accessori. Nei fatti, tuttavia, la fiera non fa che dimostrare come l'etnico a cui siamo abituati non abbia nulla di realmente collegato con la tradizione dei popoli e dei luoghi lontani, essendo al 100% un'invenzione commerciale.

giovedì 10 dicembre 2009

Saggio / La Pizza nell'epoca della sua riproducibilità tecnica.

«Diametro non superiore ai 35 cm, bordo rialzato fra 1 e 2 cm, e nel condimento solo pomodori pelati san Marzano, mozzarella di bufala campana Doc, aglio, un filo d'olio, sale e foglie fresche di basilico».

Secondo la Commissione Europea solo un prodotto con queste caratteristiche, ottenuto mediante procedure codificate (di trattamento, di cottura, di conservazione), si potrà fregiare del titolo di “vera Pizza Doc”. Per politici e commentatori questa decisione suggella il riconoscimento dell'eccellenza della cultura italiana, e mette fine agli scempi commessi da tutti quei pizzaioli che, nei decenni, hanno spacciato per vera pizza prodotti "scadenti" insultando la cultura italiana e truffando gli ignari consumatori di tutto il mondo.

Tutto ciò è naturalmente folle. La "vera pizza", infatti, non esiste.

lunedì 7 dicembre 2009

Saggio / Lo Scontro di Civiltà e le luci di Natale del Pizza & Kebab

Come da consuetudine, le città si stanno riempiendo di luci e di addobbi natalizi. E basta attraversare le vie del centro, talvolta anche le più "degradate", per rendersi conto che i negozi gestiti da immigrati stanno partecipando con zelo all’atmosfera generale decorando con fili di luci colorate, spesso improvvisate, le vetrine e gli ingressi delle loro attività.

La febbre non sembra risparmiare nessun settore. Oltre agli esercizi rivolti soprattutto a una clientela italiana, anche i “Pizza & Kebab”, le macellerie e gli spacci gestiti da arabi, africani, indiani e pakistani, frequentati soprattutto o esclusivamente da connazionali, espongono luminarie artigianali talvolta anche più dei negozi gestiti da italiani.

Cosa significa tutto ciò?

giovedì 3 dicembre 2009

Saggio / La spirale Solitudine-Diffidenza e il baratro della Credulità

Viviamo immersi in un clima che accentua la diffidenza; ma questa diffidenza porta gli individui più soli e più deboli a una credulità spesso potenzialmente letale.

Da un lato le routine ci obbligano a condividere situazioni con persone spesso sconosciute: nelle metropolitane, nei negozi, nelle scuole, nella pubblica amministrazione, siamo sempre a contatto con persone con le quali non abbiamo e non avremo relazione alcuna, ma dalle quali in parte dipendiamo. Dall'altro lato, le rappresentazioni non fanno che accentuare la sensazione di insicurezza: la televisione, i giornali, i racconti tra conoscenti, fanno molto spesso riferimento a truffe, a furti, a stupri e ad una crescente insicurezza.

La quotidianità ci butta in mezzo a persone sconosciute e accresce insicurezza e diffidenza.