mercoledì 23 dicembre 2009

Etnografia / «Ciccia è bella»? Tra suggestione e camuffamento

«Ciccia è bella» è il titolo di un nuovo programma proposto in prima serata da Italia 1 che tratta il disagio
provato dalle donne in sovrappeso all'interno una società che propone un modello di femminilità legato alla magrezza ed alla tonicità. Basato su storie vere, il nuovo reality propone in ogni puntata diverse storie nelle quali la protagonista, partendo da una situazione di totale non accettazione del suo corpo, viene condotta attraverso una serie di rituali e di appuntamenti con esperti ad uno stato di maggiore apprezzamento della propria forma esteriore, come nella migliore delle fiabe.

Pur partendo da una premessa interessante (per quanto banale) quale l'idea che i modelli proposti dai media agiscano in un modo tirannico sulle donne producendo in tutte coloro che non rispettano i canoni estetici irreali varie forme di disagio, il programma è figlio dello stesso clima di superficialità che dice di voler criticare e si risolve, naturalmente, in un qualcosa che sta a metà tra una grottesca sequela di tentativi di ipnosi collettiva ed un'esposizione surreale di "freaks" (cioè di "fenomeni da baraccone").


Il programma comincia con la presentazione della protagonista dell'episodio, tendenzialmente una donna abbastanza giovane con un girovita che si aggira attorno al metro, enormi cosce ed enormi braccia, ed un pessimo rapporto con il proprio corpo e con lo specchio. Subito messa a nudo, in piedi in completo intimo davanti allo specchio, la protagonista viene quindi convinta attraverso una serie di passi, di incontri e di veri e propri rituali, che il proprio corpo è in realtà bello o meglio mascherabile, con appositi accorgimenti, e quindi accettabile. Dopo aver convinto la protagonista che il suo corpo è meglio di come lei lo percepisce, specie in relazione alle donne "reali" (rappresentate da un campione di donne comprese tra gli 80 e i 120 centimetri di girovita), la conduttrice (la tonica Rossella Brescia, vestita per l'occasione con abiti più casual e svolazzanti del solito) accompagna la nuova amica da un esperto di look, da una truccatrice, da una parrucchiera, da una maestra di burlesque (che si occupa di portamento e femminilità), da un sedicente medico nutrizionista di manica larghissima e infine da un fotografo che realizzerà un book fotografico dal quale verrà tratta una foto (spesso in realtà quasi solo del viso) che verrà proiettata sul maxischermo presente in piazza Duomo a Milano tra i commenti arrapati dei passanti e la commozione del "bocconcino" di turno, cioè della protagonista riconciliata con la sua femminilità ritrovata.

Oltre alla premessa, il programma presenta nonostante tutto alcuni aspetti interessanti.

In primo luogo, l'idea che di fronte ad una situazione di non accettazione di sè bisogni agire in qualche modo: nello specifico, la reazione si consuma quasi unicamente in sessioni di shopping e di maquillage ma già il fatto che di reazione si tratti, visto anche il clima generale del programma, è in sè positivo.

In secondo luogo, l'idea che la questione si gioca spesso al livello della percezione, cioè che i modelli più che spingere in maniera esplicita le donne a desiderare di adeguarvisi agiscono facendo percepire i soggetti come più diversi dal normale (nel caso in questione più grasse di quello che in realtà sono).

Infine, il programma sfata anche l'idea diffusa - soprattutto dai tanti "grassi" presenti nel mondo dello spettacolo, da Iva Zanicchi a Marisa Laurito - che una costituzione robusta sia sempre e comunque un sinonimo di giovialità, di ironia e di gioia di vivere, e non anche disagio.

Gli elementi negativi, tuttavia, sono abbondantemente preponderanti.

In primo luogo buona parte del gioco si concentra su un cambiamento della percezione di sè di fatto slegato dalla realtà: nel caso di donne palesemente obese, sembra un pò troppo semplice pretendere di cancellare il problema (non solo relativo alla corrispondenza a dei canoni "medi", ma anche legato ai problemi di salute connessi ed alle mille difficoltà pratiche che un girovita superiore al metro comporta) semplicemente attraverso una sorta di lavaggio del cervello che convinca le donne che «ciccia» (non stiamo parlando di una taglia 44 ma di un girovita superiore al metro) «è bella». Questo tentativo di ipnosi raggiunge livelli surreali fin dall'inizio, quando cioè la protagonista è invitata a pronunciare davanti allo specchio una frase che suona pressapoco come «non sono perfetta ma sono graziosa»: in qualche modo l'impressione è quella che, sparandola così grossa, il rischio sia quello di cadere in una farsa. Un'idea di bellezza superficiale più "media" e più "sana" è forse troppo normale per attirare l'attenzione in una tv puramente commerciale assuefatta all'iperbole?

In secondo luogo, tutto il percorso si risolve nei fatti in un processo di progressivo camuffamento del proprio corpo. Partendo da mutandoni contenitivi e bustini, e passando tramite interminabili sessioni di shopping e di make-up, la protagonista apprende infatti - più che ad accettare il suo corpo - a nasconderlo con abilità agli sguardi indiscreti. La metamorfosi è infatti tutta concentrata sul trucco: nel mese di durata del reality infatti la protagonista non è invitata a perdere un solo etto, ma solo a imbellettarsi in modo da dissimulare la sua triste forma fisica.

Infine, l'impressione che aleggia per l'intero programma è quello che si tratti di una immensa presa in giro alle spalle delle malcapitate, a partire dal gran numero di eufemismi utilizzati che sembrano un pò viscidi in relazione alle donne enormi a cui sono dedicati: dagli immancabili complimenti per il décolleté (cioè, per chi non conoscesse il francese, le enormi mammelle che costringono spesso il cameraman ad allargare l'inquadratura e l'ampio spiazzo sito alla loro attaccatura) ai riferimenti al "viso dolce" ed ai "bei capelli", fino all'uso di termini come "graziosa" e "forma dilatata" ed all'abuso marchiano dei concetti di "curva" e di "femminilità".

Partendo da una presa di posizione critica nei confronti dei modelli proposti dalla televisione, ammesso che questi modelli siano sempre e comunque all'insegna di una magrezza che sconfina nell'anoressia, le strategie per contrastare questi modelli sono tre.

Primo: combattere questi modelli in maniera credibile al livello delle rappresentazioni. Se la scelta di una conduttrice affusolata non sembra aiutare, specie all'interno di un contenitore (Italia 1) che fa la sua fortuna anche sull'esposizione di quei modelli che il programma critica, mi pare che proporre modelli più vicini alla realtà, ad esempio un semplice giusto mezzo tra l'anoressia e l'obesità, potrebbe risultare più efficace. D'altra parte è evidente che questo tipo di intervento sarebbe comunque in buona parte velleitario.

Secondo: invitare le donne evidentemente obese a migliorare la loro situazione, prima di tutto per motivi di salute e di praticità ma anche perchè, posto che i modelli esistono, non si risolve il disagio ed il senso di estraneità con il camuffamento e con l'autoinganno (che presuppongono comunque un desiderio implicito di rientrare nei canoni).

Terzo, e più importante: proporre un'idea di femminilità più complessa, composita, profonda, che non si limiti alla pura plasticità ed alla pura apparenza superficiale ma che utilizzi il corpo, se proprio,  come tela sulla quale rappresentare anche qualcosa di sè che vada al di là della semplice "bellezza pura" (che spesso non è poi altro che una bellezza tendende comunque a dei modelli esteriori mutuati dalla società dello spettacolo). L'idea che "ciccia sia bella" implica ancora l'unico riferimento alla bellezza, ed anche se il semplice gusto superficiale è giustamente relativo l'idea di femminilità che ne risulta è ancora di natura unicamente estetica. Il fatto che la bellezza non sia tutto non è una scusa per cadere nell'obesità o nella trasandatezza estrema, ma è un invito ad andare anche oltre mirando, ad esempio, al "fascino", concetto più complesso che mette in relazione la dimensione della superficie alla dimensione dell'identità profonda.

Com'era immaginabile, il nuovo show di Italia 1 non fa nulla di tutto ciò. D'altra parte non c'è da stupirsi: il clima che il contenitore produce e nel quale vive immerso è, nei fatti, completamente assoggettato alla superficialità ed alla pura estetica.

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(Articolo Correlato: Non siamo tutti belli, anzi. Come liberarsi dalla tirannia dell'estetica)

8 commenti:

  1. Sinceramente l'articolo mi sembra un po' di parte,nel senso che mi sembra di percepire solo critiche. E invece io ho trovato il programma molto interessante e utile.
    Bisogna partire dal presupposto che non si tratta di un programma di medicina, quindi non si può pretendere una scientificità del programma in questo senso e un taglio medico al "problema" obesità.
    Tuttavia, nel suo genere, non viene assolutamente trascurato il problema dal punto di vista salutistico. Ogni prtagonista ha avuto un colloquio con il nutrizionista, che ha consigliato sia una dieta alimentare, sia l'attività sportiva.
    Io sinceramenteho trovato il programma molto ben fatto. A me ha fatto molto bene psicologicamente. E spero che continuino con altre puntate.

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  2. D'accordissimo su tutto, Pensiero, mi sembra un'analisi lucida e assolutamente non di parte: se di buono in quel programma non c'è nulla, nulla si può dire di positivo.
    La cosa più oscena è il veicolare l'idea già così radicata e sbagliata che il problema del sovrappeso riguardi solo le donne. L'aspetto salutistico è solo una grande ipocrisia, cara Fragolina. Perchè non ci sono anche uomini obesi? A loro non fa male il sovrappeso? Già questo fatto da solo sbugiarda tutte le possibili argomentazioni a favore dell'ennesima mostruosità mediatica intesa a mettere alla berlina le donne "non conformi", cioè che non hanno come scopo primario nella vita la cura del proprio corpo.
    Basta con questa dittatura estetica.

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  3. Andando a leggere i commenti in giro, ho riscontrato che in effetti molte persone dicono di aver tratto effetti benefici dal programma. Tutto ciò potrebbe bastare per considerare il programma, nel complesso, positivo. Tuttavia, al di là di un effetto di sollievo momentaneo, cosa puà rimanere? Viene forse risolto qualche problema, cambiato qualche modo di vedere le cose, mostrato un percorso concreto di "riabilitazione"? Per come l'ho percepito io, no: si tratta semplicemente di un invito farsesco a mascherare e ad autoconvincersi di cose radicalmente distanti dalla realtà. Una specie di chirurgia plastica economica e mistificatoria..

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  4. Freaks... Sparandola così grossa... Le enormi mammelle che costringono spesso il cameraman a... L'abuso marchiano dei concetti di "curva" e di "femminilità"... Invitare le donne obese a migliorare...


    Avresti fatto meglio a risparmiarci una recensione sulla (malriuscita) autoaccettazione delle persone grasse, non essendo svizzero sui soggetti XXL. I termini che hai usato sono negativi e non universalmente condivisi. L'unico appiglio, molto flebile che dai al lettore che non condivida i tuoi canoni è "anche se il semplice gusto superficiale è giustamente relativo", ma tutto il contorno annulla la relatività estetica.


    Ammesso che questi modelli siano sempre e comunque all'insegna di una magrezza che sconfina nell'anoressia
    Ce fossero altri ammessi dal caro buonsenso, imponiamoli pure... Associare l'apprezzamento estetico a una questione di salute è limitante e proibizionista: Kate Moss non dovrebbe esistere? (A meno che una tossica ubriacona sottopeso sia più in salute di una donna obesa. V. anche Brittany Murphy.)
    Kate Moss, comunque, esiste.

    Dalle persone calve (la calvizie è indice di una sofferenza del fisico) al paziente oncologico al malato di Down, c'è sempre una possibilità di vedersi belli (che non significa smettere di curarsi, se cura esiste.) Mi spiace che tu non colga questo punto di vista.
    Il vero problema non è l'esistenza di un modello di femminilità distorta o malata, il problema è l'esistenza di un unico modello. Rimuovendo o denigrando tutto ciò che non aderisce alla perfezione o al concetto di salute ideale.

    Concordo su altri punti evidenziati dall'articolo, ma il delirio sul "tentativo di ipnosi" indica che di programmi come "ciccia è bella", sviluppati meglio per carità, c'è gran bisogno.


    Passando ad altro, la frase «non sono bellissima ma sono graziosa» in realtà era «non sono perfetta ma sono graziosa».
    Converrai che il senso cambia. E' una frase che dovrebbero ripetersi ogni giorno tutte/i, dalla cicciona all'anoressica alla ragazzina "normalissima" e "sanissima" ma complessata.
    Ripeterla per capirla e smettere di martoriarsi in nome della perfezione.


    Un'idea di bellezza superficiale più "media" e più "sana" è forse troppo normale...

    Perché passare da una dittatura estetica a una dittatura medica? Sempre di gabbia e costrizione si tratta. Un aspetto che ho apprezzato del programma di ieri sera è stato che proponesse tre donne di diversa grassezza, non solo obese né soltanto taglie 46, di fatto annullando il vincolo alla magrezza ma anche ogni altro vincolo di misura.

    Evito di dilungarmi sul pressapochismo con cui si tratta la questione sovrappeso in Italia, parificandolo sempre e comunque a disagio e morte precoce anche quando la persona in questione è tanto grassa quanto sana. Un pressapochismo sul quale la tv puramente commerciale specula volentieri, trasmettendo decine di spot su prodotti light e trattamenti dimagranti. Ma sicuramente sono io quella slegata dalla realtà di un obeso, io che sono passata attraverso tutti i pesi possibili, e non tu.


    Il fatto che la bellezza non sia tutto non è una scusa per cadere nell'obesità o nella trasandatezza estrema, ma è un invito ad andare anche oltre mirando, ad esempio, al "fascino"

    Sarai forse stupito (o bollerai come perversa una certa percentuale di esseri umani), ma ci sono uomini che si eccitano e donne che apprezzano una donna come Silvia (la seconda, bionda coi capelli lisci). E artisti che adoravano la curva extralarge.
    A parte questo, il fascino è da valorizzare, insegnare se possibile e diffondere. Sono d'accordo, ma non c'è bisogno di dare per scontato che solo la salute, la tonicità o la magrezza piacciano. Anche perché, come s'è visto, la minoranza che non parte da questo tuo assunto lo trova abbastanza sgradevole.

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  5. Buongiorno Layla,
    grazie per il commento elaborato.

    Prima di tutto: l'atteggiamento ironico che in qualche caso è emerso, voleva essere una reazione all'atmosfera grottesca e falso buonista che - a mio parere - caratterizzava il programma, non voleva risultare offensivo (anche se, nei fatti, mi rendo conto possa sembrare tale).

    Riguardo al mantra «non sono perfetta ma sono graziosa», ho prontamente corretto. L'elemento interessante è però secondo me il termine "graziosa", che non mi sembra proprio il termine più adatto (anzi mi sembra quasi una presa per il culo: d'altra parte quando si affida un programma simile al gruppo di autori di Scherzi a Parte..). Tuttavia si tratta di un dettaglio: nella sostanza condivido il tuo appunto.

    A parte il fatto che non la sostengo assolutamente (non era mia intenzione utilizzare il termine "sano" in termini medicali, ma confesso si tratta di un termine infelice), il tuo riferimento alla dittatura medica mi sembra interessante. E' anche vero che qualche problema da quel punto di vista esiste, e non credo si tratti solo di un complotto dei produttori di dolcificanti sintetici. A prescindere dall'idea che ciascuno può fare ciò che vuole, non trascurerei questo aspetto..

    Infine: il fatto che possano esistere uomini che trovano eccitante un fisico XXL non esclude, mi pare, il fatto che queste stesse donne "eccitanti per qualcuno" vivano con disagio, nel complesso, la loro condizione di XXL. Il problema è questo, altrimenti nè la trasmissione nè qualsiasi altro discorso legato avrebbero senso! Purtroppo i modelli esistono, e non è facile vivere negandoli tout court come dimostrano in primis le protagoniste (e forse non ne vale nemmeno sempre la pena: per questo tendiamo a lavarci, a tagliarci i capelli, a salutare ossequiosamente la gente che per quanto ci riguarda potrebbe anche non esistere e a fare molte altre cose).

    Io contesto la necessità di sentirsi «belli», dove la bellezza è intesa come una qualità puramente plastica e superficiale ed in fondo legata ai modelli. Perchè se ci fai caso la trasmissione non proponeva un nuovo canone di bellezza, ma proponeva una "valorizzazione" intesa come camuffamento (d'altra parte il "bello" estetico è, sociologicamente parlando, quello).

    Non siamo tutti belli, altrimenti il bello non esisterebbe. Quindi: cerchiamo di fare il possibile per essere almeno non brutti (i modelli esistono, e per quanto per il minimo sindacale "ci tocca" tendere ad essi), senza prenderci in giro e senza prenderci troppo sul serio, e proviamo a concentrarci anche su altre cose.

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  6. Segnalo una significativa discussione sul tema "Ciccia è bella", anche in relazione a questa mia recensione, sul forum del sito "Il Corpo delle Donne":


    (http://www.ilcorpodelledonne.net/forum/viewtopic.php?f=2&t=358)

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  7. ps fenomeni da baraccone è molto offensivo ti potrebbero anche denunciare. la liberta di parola ci sta ma senza prendersela con le altre persone. che poi non ti possono nemmeno rispondere

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  8. Mio Dio..mi viene da commentare..ma le donne dove sono??? Le donne vere, quelle con una testa pensante, l'ironia, la capacità critica di non essere intrappolate nelle pericolosissime maglie degli stereotipi..ditemi che esistono ancora!!!Espritsolaire
    http://espritsolaire.blogspot.com/

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