La mattina di Santo Stefano, un medico Viterbo ha portato al pronto soccorso dell'ospedale in cui lavora il suocero colpito da un malore.
L'uomo, colpito da un attacco di cuore, è risultato bisognoso di ulteriori esami emodinamici. Peccato che il laboratorio di emodinamica dell'ospedale fosse chiuso, come sempre durante i giorni di festa, vista la carenza di personale. Non restava che provare a trasferire al più presto il paziente (ci si avrebbe potuto anche pensare prima ma si sa, il panico...), nonostante le condizioni critiche, all'ospedale vicino in cui il reparto è aperto tutti i giorni dell'anno.
Il genero dottore, tuttavia, ha scelto un'altra strada.
Ha chiamato un collega a riposo, che si è detto disposto a intervenire («yuppi!», deve aver detto anche). Poi ha chiamato il direttore dell'ospedale, per chiedergli di concedere l'autorizzazione ad aprire in via straordinaria («lei sa chi sono io!») il reparto, a chiamare a raccolta qualche infermiere specializzato, e a rendere il laboratorio operativo in quattro e quattr'otto apposta per lui. Il tutto, chiaramente, sotto la responsabilità dello stesso direttore.
Ha chiamato un collega a riposo, che si è detto disposto a intervenire («yuppi!», deve aver detto anche). Poi ha chiamato il direttore dell'ospedale, per chiedergli di concedere l'autorizzazione ad aprire in via straordinaria («lei sa chi sono io!») il reparto, a chiamare a raccolta qualche infermiere specializzato, e a rendere il laboratorio operativo in quattro e quattr'otto apposta per lui. Il tutto, chiaramente, sotto la responsabilità dello stesso direttore.
Ma ha fatto il passo più lungo della gamba.
Il direttore, infatti, ha detto di no. Pare abbia detto di non aver voluto «creare un precedente»; in un modo o nell'altro, non se l'è sentita di prendersi la responsabilità (se fosse successo qualcosa all'interno di quel reparto aperto clandestinamente chissà cosa sarebbe successo) nè di far passare il messaggio per il quale PER GLI AMICI L'OSPEDALE E' APERTO TUTTO L'ANNO, MENTRE I COMUNI STRONZI POSSONO ANCHE MORIRE PER STRADA PERCHE' CI SONO I TAGLI ALLA SANITA'.
Tra una telefonata e l'altra, il povero suocero è morto.
Oggi, molti telegiornali hanno rubricato il fatto come un caso di "mala burocrazia". Forse avrebbero fatto meglio a raccontare la storia di un servitore dello stato che si è opposto alla ricerca di una scorciatoia all'italiana?
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