mercoledì 15 settembre 2010

L'Italia dei campanili risorge per Miss Italia?

Il Corriere rilancia una notizia che offre uno spaccato interessante sul tema "comunità vs. società atomizzata": in occasione del concorso di bellezza Miss Italia, diversi sindaci e assessori si sarebbero mobilitati a favore delle aspiranti miss che risiedono nel loro comune di pertinenza. "Votate la nostra miss, orgoglio della nostra terra" si legge da nord a sud su comunicati ufficiali e volantini stampati, evidentemente anche a spese dei contribuenti, e distribuiti per mobilitare i compaesani al televoto.

A fare notizia, nel caso in questione, è soprattutto il coinvolgimento della politica locale: un coinvolgimento sicuramente fuori luogo, naturale deriva del principio tanto in voga per cui anche il politico deve essere prima di tutto "uno di noi" (e non qualcuno di  funzionalmente "migliore"). Certo è che però questo coinvolgimento della politica ha alle spalle almeno apparentemente un sentimento popolare forte, il campanilismo di cui sopra, che sembra anacronistico e che merita una riflessione. Cosa porta, nell'Italia del ventunesimo secolo, le persone ad emozionarsi a sostegno di una compaesana sconosciuta che può diventare famosa? Perchè interessarsi ad una competizione anacronistica violando tra l'altro quelle che sono le "regole morali" del gioco, votare per eleggere la più bella d'Italia, semplicemente perchè una concorrente risiede nello stesso paese, città o regione?

Miss Italia è certamente il luogo più adatto in cui l'Italia dei campanili può riemergere: concorso storicamente nazionalpopolare, si caratterizza dall'alba dei tempi per classificare e caratterizzare buona parte delle concorrenti sulla base di un'appartenenza geografica (Miss Molise, Miss Lombardia) quasi a presentarle non tanto come individui in competizione bensì come frutti della loro terra chiamate a dimostrare quale provincia nell'Italia dei campanili si dimostri più fertile e generosa (di lombi). Certo è che fa però un pò impressione nell'epoca dello sradicamento, della mobilità, della fine della comunità e della realtà virtuale, riscoprire queste sacche di provincia sepolte dalla noia che ancora si emozionano nel ritrovarsi per un attimo insieme per sostenere qualcosa di collettivamente proprio, "una di loro".

Forse dovremmo un pò ridimensionare le considerazioni apocalittiche sulla fine della società e sull'avvento della società atomizzata (che ci accompagnano almeno dai primi del '900)?

Non dobbiamo però dimenticare una cosa, e cioè il fatto che questo genere di sostegno contemporaneo alla Miss della porta accanto è un qualcosa di effimero ed estremamente superficiale che esprime probabilmente vuoto e noia piuttosto che vera appartenenza. Ricordo a riguardo Oriana Fallaci lamentare il fatto che gli italiani si scoprono tali sono in occasione delle competizioni sportive: essi non si sentono veramente parte di un tutto, non ragionano come elementi di una nazione, ma si limitano ad aggregarsi provvisoriamente attorno a qualcosa di profondamente banale (la partita della nazionale) prima di tornare ciascuno a pensare per sè. Ed il sostegno campanilistico a miss Italia non è poi molto diverso: sostenere la miss della porta accanto non ha nulla a che vedere con il profondo sentirsi parte di una comunità. E' piuttosto un divertissement di un momento, un modo di sfuggire dalla noia costruendo un noi provvisorio ed in fondo vuoto.

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