Issam Boussoura è un ragazzo nato nel 1978 in Marocco. Tre settimane dopo la nascita Issam si trasferisce con i genitori in Francia dove cresce, vive, frequenta la scuola, lavora, delinque. Nel 1999 Issam viene arrestato per reati quali la tentata estorsione ed il possesso di stupefacenti. Ha 21 anni. Finisce in carcere, condannato a 5 anni. Ma nel 2002, mentre sconta la sua pena, la Francia lo espelle, lo rimanda in Marocco. Lo rispedisce "a casa sua", come si dice in questi casi.
Peccato che a "casa sua", in Marocco, Issam non ci abbia mai vissuto. La sua vera casa, i genitori ottantenni ormai cittadini francesi (e gli amici, le abitudini, i legami creati in 21 anni), Issam li lascia in Francia. Nel 2009 muore la madre, che Issam non ha più nemmeno potuto vedere. Una vita a pagare le tasse mentre si spera in un futuro migliore per i figli, per non poterli neanche salutare dal letto di morte.
Il 24 settembre 2010 la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo pronuncia la sentenza. Issam Boussoura vince la causa contro la Francia perchè l'allontanamento, vista la condizione familiare, non era giustificato (altrimenti lo sarebbe stato, figuriamoci; anche i francesi sono mammoni). Risarcimento?
Tremila euro di danni morali (e ottomila di rimborso spese processuali). Sì, addirittura. E pensare che questa, visto il clima, è la miglior notizia sul tema delle ultime settimane.
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segnalazione: Fortress Europe via Facebook
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