Save the Children ha reso noto, negli scorsi giorni, un rapporto sull'utilizzo delle punizioni corporali in ambito domestico. I dati mostrano, tra l'altro, come un genitore su 4 afferma di utilizzare schiaffi o sculaccioni come metodo correttivo, come oltre il 50% affermi di utilizzare in casi giudicati estremi punizioni corporali e come ben l'81% dei genitori di bambini piccoli si dica disponibile a tollerare, dinanzi a un errore «eccessivamente grave da parte dei figli», l'utilizzo di una forma di punizione violenta, in particolare di uno schiaffo, da parte dell'altro genitore*.
Interrogati riguardo alla possibilità di introdurre una legge che vieti l'utilizzo delle punizioni corporali in ambito domestico, sulla scorta di quanto fatto da altri 15 stati UE, i genitori italiani hanno così risposto: per il 13% una legge di questo tipo sarebbe fondamentale, per il 26% potrebbe essere utile ma comunque non prioritaria, per il 39% sarebbe poco utile e aperta ad applicazioni ambigue. Il 22%, infine, non ne sente per nulla la necessità.
In sostanza, 1 genitore su 3 sarebbe favorevole ad uno stop per legge alla violenza domestica sui minori, pur giudicando in molti casi provvedimenti simili "non prioritari", mentre 2 genitori su 3 si dicono scettici, se non apertamente contrari, di fronte a questa "forma di ingerenza" da parte dello stato.
I panni sporchi, per i genitori italiani, si lavano in casa. I minori, soprattutto quando incapaci di difendersi, ricadono sotto la responsabilità del genitore che ha facoltà di imporre, con ampi margini di discrezionalità, le proprie convinzioni ed i propri metodi educativi anche quando giudicati violenti, cioè "incivili", nonché inefficaci e socialmente negativi (se non altro per le ripercussioni che possono avere sul figlio divenuto adulto).
I genitori italiani, "i più affettuosi del mondo", sono rimasti tra gli ultimi, nell'Europa allargata, a pretendere dello stato la facoltà di gestire le proprie relazioni con i figli con ampi margini di libertà, fino ad utilizzare le punizioni corporali. Addirittura una quota significativa di coloro che dichiarano di non utilizzare pene corporali, nei fatti, si dichiarano contrari ad una legge che estenderebbe il diritto a non essere picchiati anche ai figli d'altri, in una sorta di omertà collettiva. Non solo: tra coloro che sostengono l'utilizzo della violenza da parte dei genitori, pochissimi estendono questo diritto ai nonni e nessuno, o quasi, lo estende agli educatori esterni. La violenza è sbagliata, tranne quando somministrata in ambito strettamente familiare.
Cosa sta alla base di tutto ciò? La sfiducia nello stato e nelle regole? La continua retorica della centralità della famiglia, per la quale lo stato intrattiene relazioni con la famiglia, "cellula costitutiva della società" (come la gens romana), e non con l'individuo? La convinzione che, in fondo, qualche "scapaccione" non possa che fare bene? L'esasperazione di fronte ad uno stato che delega qualsiasi cosa alla famiglia, che coerentemente pretende "pieni poteri" per la gestione degli affari interni?
Fatto sta che non esiste, ad oggi, una tutela completa e diretta dello stato sui minori. I principi, i diritti civili garantiti a parole da trattati e costituzioni, sono filtrati e gestiti dai genitori che li possono, quando lo reputano tale, sospendere sulla base del proprio gusto personale.
La stessa cosa succedeva, pochi decenni fa, nei confronti delle donne: era normale, e legale, pretendere dalla moglie abnegazione assoluta, prestazioni sessuali, docilità, anche attraverso qualche schiaffo e qualche sculaccione. L'ingerenza dello stato sarebbe parsa abominevole; e non stiamo parlando di millenni orsono. E basta tornare indietro nella storia per arrivare alle famiglie patriarcali in cui non solo i bambini, non solo le donne, ma anche i figli ed i cognati adulti erano soggetti all'autorità del nonno. Per non parlare dell'autorità del signorotto locale, e su ancora fino all'autorità del re, di disporre a piacere della propria podestà sui sottoposti.
Poi qualcosa è cambiato e gli individui si sono liberati, un grado alla volta, grazie alla garanzia dello stato. Gli schiavi hanno ottenuto il riconoscimento di alcuni diritti. I sudditi si sono trasformati in liberi cittadini. I maggiorenni hanno ottenuto la libertà di potersi auto-determinare. Le donne hanno avuto, anche grazie allo stato, la garanzia dei diritti fondamentali.
Mancano solo i più piccoli. Un passo alla volta; perchè il paese dove "la mamma è sempre la mamma" (perchè ha la mano più leggera del papà?), in queste cose, non è poi così avanzato.
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Nota:
* E' probabile che i dati siano per di più sottostimati per un normale effetto di "desiderabilità sociale" che spinge gli intervistati, consapevoli del fatto che "non sta bene" alzare le mani sui figli, ad addomesticare le proprie risposte.
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