Un "Circolo Culturale" privato, adibito a punto di incontro per i giovani latino-americani della periferia romana, quartiere San Giovanni, va a fuoco. L'uscita di emergenza non si apre, la piccola balera, ospitata nel seminterrato di una palazzina popolare, si riempie di fumo. Il sabato sera, la festa privata al "Sabor Latino", si conclude con quattro ragazzi poco più che ventenni morti: un romeno, un peruviano, una salvadoregna e una guatemalteca. La più grande aveva, pare, 25 anni; altro non si sa.
Fossero stati quattro ragazzi di buona famiglia imbottiti di cocaina finiti in un fosso alle quatto del mattino mentre sfrecciavano spingendo al limite la macchina del babbo e filmandosi col videotelefonino, ci saremmo strappati tutti i capelli. E giù a piangere, ad ammucchiare fiori, a intervistare i parenti. Erano, invece, quattro semplici immigrati concentrati in una topaia, perchè questo passa in convento, alla ricerca di un pò di ossigeno.
Cosa hanno tirato fuori da questa notizia, quindi, i telegiornali?
Tg3 della sera, poi Tg5. Il servizio si apre con le lamentele dei residenti. Qualcuno si è spaventato per il fumo, dice di essere corso in strada, di aver chiamato i vigili del fuoco. La facciata della palazzina, attorno alla porta di ingresso del seminterrato, è leggermente abbrustolita; la porta di emergenza che non si è aperto è stata sigillata dalla polizia. Sono spaventati, i residenti, e pure seccati. Quel locale, dicono ancora i residenti, non era sicuro. E poi era un problema: via vai, stranieri, chiasso. «Avevamo fatto presente la situazione, già le autorità avevano trovato delle irregolarità» incalzano. «E poi il titolare del circolo, quel cinquantenne macedone, mi fa anche un pò paura» confessa una signora.
Poveri residenti, non me la voglio certo prendere con loro. Magari, un pò, con la politica che non fa nulla, che non concede spazi. Ma questo è un altro discorso.
Il problema grosso, però, è cominciato quando sono arrivati i media, gli amplificatori della paura. Ed è così che anche una notizia di nera, una "strage del sabato sera" di serie B, diventa un'occasione per alimentare il ritornello per il quale la presenza di immigrati, che violano la legge, disturba le persone per bene e mette addirittura a repentaglio la sicurezza di tutti. Perfino la morte di quattro stranieri diventa, nell'Italia di oggi tutta, dal Tg3 al Tg5, l'occasione per collocare l'immigrazione nel frame "insicurezza". Quando si tratta di sporchi sudamericani, non vale nemmeno il clichè televisivo per il quale "sono sempre i migliori che se ne vanno". Al massimo, ce la si prende con il gestore del locale: tanto è macedone...
E poi che ci facevano quei ragazzi in quella topaia a divertirsi? Non sono in Italia per spaccare pietre e cambiare pannoloni ai nostri anziani?
veramente! hanno intervistato una, definiamola signora (tg nazionale, eh, non del giornalino del quartiere), per farle dire:
RispondiElimina"eppoi, non so cosa facessero da mangiare in questo posto, c'era sempre una puzza..."
già, poverina, ora anche il fumo!
la mia solidarietà alle comunità colpite da questi lutti.
(p.s.: ho cambiato foto profilo)
ciao.
Articolo giustissimo il tuo,una spiegazione del quadro sociale ipocrita nel quale ci troviamo,purtroppo è propio così,sopratutto sui media.Ciao da stella agitata.
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