Il giorno prima delle elezioni regionali
Concita de Gregorio scriveva sul suo blog: «
ci vorrebbe una rivolta degli onesti. Di quelli che fanno la fila e pagano tutto, che parcheggiano senza lampeggianti in terza fila e pazienza se perdono tempo a rispettare le regole perché è meglio così che fare un danno a qualcun altro. Non siamo soli al mondo, ricordate?».
Come siano andate poi le cose, quali siano stati i risultati del "partito degli onesti", lo sappiamo tutti. Ma il clima, in parte dell'opposizione, non è cambiato.
Scrive poco dopo le elezioni Daniele Sensi, uno che l'anima profonda della Lega la studia quotidianamente da anni: «Alla Lega è riuscito di mettere insieme il maggior partito trasversale di sempre, l'unico che possa ambire ad una compiuta maggioranza assoluta, se non all'egemonia totale:
quello dell'egoismo.
L'imprenditore egoista, il coltivatore diretto egoista, il precario egoista, il disoccupato egoista, il dipendente statale egoista, l'egoista settentrionale e quello meridionale, quello cattolico e quello ateo, l'egoista illuminato e snob così come quello rozzo ed ignorante: all'elettore leghista tradizionale, tutto secessione e celodurismo, si è affiancato uno sterminato popolo cui della Padania e del dio Po non importa nulla. Perché prima di essere comunisti, liberali, socialdemocratici, nostalgici o financo leghisti, si è innanzitutto uomini.
E gli uomini sono egoisti. Ontologicamente egoisti. La Lega non si pone al di là della destra e della sinistra, bensì al di qua: essa blandisce ciò che l'uomo era nello stato di natura: una bestia appena eretta».