McDonald's, la catena di fast food accusata di colonizzare ed omogenizzare il mondo, deve in realtà il suo successo alla capacità di assecondare il gusto dei consumatori cui si rivolge; gusto che varia da luogo a luogo (da gruppo sociale a gruppo sociale). Ne parla Global Sociology Blog (Particularizing The Universal - McDonald's Edition), rifacendosi ad una lista di particolarità compilata da Buzz Feed (45 McDonald's Items Not Available in the U.S. that should be), per il quale gli adattamenti di McDonald's sono soprattutto un pretesto per parlare di glocalizzazione e di rapporto tra globale e locale, universale e particolare.
McDonald's rappresenta da circa due decenni una sorta di tappa di riflessione obbligata per tutti coloro che vogliono riflettere sulla globalizzazione soprattutto nella sua dimensione culturale. Tipicamente, McDonald's è considerato l'icona della standardizzazione e dell'impoverimento delle culture; i menù locali di McDonald's sono quindi importanti soprattutto perché mostrano come al contrario anche un colosso come McDonald's sia in una certa misura influenzato dal gusto dei consumatori locali.
Da un lato è eccessivo parlare di McDonald's unicamente come agente di omogenizzazione e di colonizzazione delle abitudini, del gusto e dell'immaginario: da una parte McDonald's deve parte del suo successo anche alla capacità di adattarsi alle abitudini e delle necessità dei gruppi cui si propone, dall'altra parte McDonald's rappresenta per gruppi diversi di persone (nello spazio, nel tempo e nella scala sociale) cose diverse. Dall'altra parte, però, dietro alle differenze di facciata McDonal's si nascondono i medesimi processi di semplificazione e standardizzazione, e la medesima insana cultura del fast food - anche se non dobbiamo dimenticare che è la cultura dello slow food (e non la cultura dell fast street food, non per nulla molto più diffusa nel sud del mondo e nel nostro passato che nell'occidente contemporaneo) ad essere un'invenzione recente posticcia ed elitaria.
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