L'autorevole Open Democracy aggiunge la sua voce (The new new radical right: spectre and reality) al fondamentale dibattito sull'emergere della nuova destra xenofoba in Europa. Il simbolo di questa "nuova" destra (le cui origini si perdono però nei lontani anni '80), anche per Open Democracy, è tra l'altro quel Geert Wilders di cui abbiamo parlato diffusamente anche da questo blog (Concretezza, coraggio, ideali? Geert Wilders (e la Santanchè) come falsi supereroi contemporanei).
La studiosa Cas Mudde, autrice dell'articolo, è in particolare efficace nel mostrare la galassia di movimenti e tensioni da cui la nuova destra europea trae origine, e nel sintetizzarne le molteplici spinte fondamentali (e spesso incoerenti): il culto populista del (super)uomo forte e l'adozione della retorica democratica, il teorema del grande conflitto di civiltà e i localismi ed i particolarismi etnici, l'etnocentrismo suprematista ed il razzismo differenzialista (ciascuno ha il diritto di fare ciò che vuole, purché a casa sua).
Questa analisi porta la studiosa ad affermare che non esiste "una" internazionale della destra xenofoba europea che sta prendendo possesso del continente, ma piuttosto una costellazione di movimenti molto forti a livello locale ancora incapaci di fare rete.
Come a dire che forse ci dovremmo tutti concentrare a combattere la destra che spadroneggia nelle nostre strade senza perdere tempo inseguendo i fantasmi di apocalissi globali o complotti internazionali.
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