lunedì 7 marzo 2011

La psicoterapia americana ha un piede nella fossa?

Il New York Times dedica un lungo articolo (Talk Doesn’t Pay, So Psychiatry Turns to Drug Therapy) alla graduale trasformazione degli psichiatri americani, da medici disponibili a dedicare tempo ed ascolto (psicoterapia) ai pazienti, in efficienti distributori di prescrizioni farmacologiche orientati alla produttività. Un tempo, "Like many psychiatrists, [dr. Levis] treated 50 to 60 patients in once- or twice-weekly talk-therapy sessions of 45 minutes each. Now, like many of his peers, he treats 1,200 people in mostly 15-minute visits for prescription adjustments that are sometimes months apart. Then, he knew his patients’ inner lives better than he knew his wife’s; now, he often cannot remember their names. Then, his goal was to help his patients become happy and fulfilled; now, it is just to keep them functional".

Secondo l'articolo, alla base di questa deriva (che pesa soprattutto sulle spalle dei pazienti, che vedono frustrate le loro esigenze di ascolto a vantaggio di dosi massicce e standard di psicofarmaci che si limitano a calmare i sintomi, senza risolvere il disagio) vi sarebbero (1) le politiche adottate dalle assicurazioni sanitarie che scoraggiano la psicoterapia rendendola meno redditizia per i medici rispetto alla somministrazione dei farmaci ("a psychiatrist can earn $150 for three 15-minute medication visits compared with $90 for a 45-minute talk therapy session"), (2) la competizione sul prezzo portata da psicologi e operatori sociali meno competenti (privi di formazione clinica, e quindi non abilitati alla somministrazione di farmaci), e (3) l'indisponibilità degli psichiatri a ridimensionare il loro elevato tenore di vita per salvaguardare la qualità del loro operato. 

Il tutto - sembra - a vantaggio della medicalizzazione irresponsabile e inconcludente e a discapito della qualità del trattamento al disagio; con conseguenze drammatiche per gli individui (specie per i meno facoltosi), ma anche e soprattutto per la società nel suo complesso.

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