Hamid Dabashi, grande intellettuale e docente della Columbia University, dedica un breve saggio (De-racialising revolutions, su Al Jazeera) al tema del razzismo in Medio Oriente ed alla retorica, diffusa tra le classi al potere come tra i rivoluzionari, che dipinge l'avversario politico come altro in senso più ampio.
Il pregio del saggio di Dabashi sta però soprattutto nel fatto che esso getta luce sulle origini e sulle forme del razzismo in Medio Oriente e dell'utilizzo politico di questi stereotipi da parte dei reazionari così come dei rivoluzionari. L'accreditare in nemico come altro a tutto tondo (gli arabi a capo delle proteste in Iran, i mercenari africani a sostegno di Gheddafi), ed il rappresentare l'altro come pervertito, come folle, come effemminato, come borghese, come incolto, fa parte anche del patrimonio del vicino Oriente.
Tolto questo distinguo, sembra rimanere ben poco della supposta frattura antropologica tra Occidente e Oriente.
Bellissimo l'articolo, ma Dabashi si sa ...
RispondiEliminaLurkato qua e là il blog, molto interessante.
Alla prossima
Melone