Eccesso di entusiasmo, indigestione di retorica, deriva letteraria o semplice "non averci capito niente"? Il Fatto Quotidiano dedica un articolo (Nord Africa, lotte francesi, antiberlusconismo. In 300 a lezione da Toni Negri), pericolosamente sospeso tra il giornalismo ed il flusso di coscienza, ad una conferenza di Toni Negri organizzata dal collettivo studentesco Bartleby di Bologna (ne parla, similmente, anche Repubblica).
Vi si apprende, sostanzialmente, che Toni Negri è un figo e che ha parlato per un certo tempo di fronte ad una platea di ragazzi, in maniera estremamente affascinante e alternativa, di molti argomenti dannatamente interessanti. Disgraziatamente, l'articolista si dimentica di elencare questi argomenti e, quando lo fa, lo fa per slogan tralasciando nessi logici, definizioni e descrizioni. Ne esce qualcosa di estremamente confuso, di visibilmente eccitato, soprattutto di profondamente inutile: un pezzo di colore, un elzeviro di propaganda, un gigantesco sbuffo di fumo.
I contenuti di quella conferenza, continueranno a custodirli quei 300 fortunati; a tutti noi, non resta che interrogarci sul perché i media hanno trattato l'evento come un fenomeno di costume, comunque all'interno del frame spettacolare, piuttosto che come un'occasione per portare nel dibattito pubblico, una volta tanto, concetti e visioni eterodosse e comunque interessanti.
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