La "destra religiosa" è in crescita anche in Europa, e minaccia la laicità degli stati con un'intensa attività di lobby e grazie alla presenza assidua in settori cruciali come l'educazione, la sanità e i media. Il Guardian traccia una mappa del potere temporale (e morale) della Chiesa in Europa, tra vecchi privilegi e nuove ingerenze che contrastano con la carta europea dei diritti fondamentali.
"We are witnessing the emergence of the European equivalent to the "religious right" in the US. Areas affected by this rise include women's rights, gay rights and sexual and reproductive health rights as well as healthcare (such as contraception, abortion, condoms and IVF). Freedom of expression is also affected, generally in the form of laws against blasphemy. Freedom of religion is often conceived as a collective right of religion to exempt itself from the law, particularly the EU fundamental right" scrive la politica olandese - ben introdotta nelle istituzioni europee - Sophie in 't Veld.
Da notare come, tra le tante motivazioni addotte a sostegno della tesi dell'emergere della destra religiosa in Europa, la Veld non abbia nemmeno bisogno di citare l'Italia. Il che implica due cose: 1) figuriamoci noi; 2) anche gli altri non se la passano così bene.
"Perhaps it is time to replace "freedom of religion" by freedom of beliefs or conscience, an individual right that can be claimed by 500 million Europeans in all of their diversity" conclude l'articolo.
"Perhaps it is time to replace "freedom of religion" by freedom of beliefs or conscience, an individual right that can be claimed by 500 million Europeans in all of their diversity" conclude l'articolo.
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