Ci sono molte forme di "pressione sociale", cioè di meccanismo che induce una persona a limitare la propria libertà conformandosi a richieste che provengono da altri, e che tipicamente sostengono l'interesse del più forte.
L'idea è sempre quella che sta alle spalle dell'atto di forza, della coercizione fisica, del forte che picchia il debole affinchè faccia la sua volontà. A cambiare è però soprattutto la forma, che rende tutto un pò più confuso e un pò più apparentemente naturale. Per capirlo, basta guardare questo spot mirato, pare, soprattutto alle giovanissime via Social Network.
Sublime.
Tutto bello, colorato, sereno: liscio come l'acqua. Compreso il carrello finale stile Desperate Housewives, l'atmosfera da Teletubbies ed il cast multietnico ed emancipato. Ed alla Wilkinson non si sono fatti mancare nulla: per completare l'ipnosi, ci sono perfino le giovani blogger trendy ("opinion leader della blogsfera") che l'hanno provato in anteprima, e ore lo propagandano come nuova forma di "girl power".
Fanno quasi simpatia, questi pubblicitari che mostrano tanto disprezzo verso le loro potenziali clienti lobotomizzate. Eppure, nonostante l'atmosfera ovattata, ci troviamo di fronte alla vecchia distinzione tra egemoni e vittime. E se si arriva fino a lì, fino al luogo più intimo per antonomasia, e se ci si arriva in questo modo esplicito, naturale ed allegro, vuol dire veramente che non esiste più la nozione di privato e di autodeterminato.
Un'ultima cosa.
Colpisce il protagonismo delle blogger. Sono loro le protagoniste, le opinion leader, le trend setter. E' grazie a loro se ne stiamo parlando, senza che la ditta abbia speso una lira. Convinti ancora che la rete sia la soluzione a qualsiasi bruttura?
Quardatele, carne da marketing, mentre si lasciano lusingare.
Un'ultima cosa.
Colpisce il protagonismo delle blogger. Sono loro le protagoniste, le opinion leader, le trend setter. E' grazie a loro se ne stiamo parlando, senza che la ditta abbia speso una lira. Convinti ancora che la rete sia la soluzione a qualsiasi bruttura?
Quardatele, carne da marketing, mentre si lasciano lusingare.
bel'articolo. vorrei chiedere delle domande se posso.
RispondiEliminacosa ne pensi di chi usa ciò per influenzare le masse e quindi i singoli?
stai da una parte o dall'altra?
cosa ne pensi ora dei cospiratori, ora dei ribelli?
intravedi delle soluzioni realistiche per il singolo che se ne accorge?
qual'è il futuro di chi non se ne accorge?
Penso che forme di uniformazione del comportamento sempre ci sono state, e sempre si saranno (perchè fa parte della natura sociale dell'uomo); allo stesso modo, le forme di anticonformismo. Premesso questo, considero i messaggi pubblicitari in maniera negativa, perchè se le pressioni sociali ci sono sempre è anche vero che sono secondo me intollerabili pressioni che arrivano fino al punto di modificare le sfere più intime dell'individuo. Allo stesso tempo, i media veicolano ed hanno veicolato messaggi anche peggiori: alle pubblicità sessiste o alla propaganda nazista, preferisco "rasa il pratino". Il futuro di chi non se ne accorge è un futuro di assoluta serenità, a mio modo di vedere; una serenità un pò animalesca, che personalmente non mi interessa. Evviva i ribelli: se non proviamo a costruire noi spazi e messaggi, allora che stiamo nel mondo a fare? dove sta il divertimento creativo, e l'espressione individuale?
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