venerdì 14 maggio 2010

Baby leghiste. Il futuro nelle mani delle ragazze della porta accanto?

La forza della Lega (ma anche dei tanti partiti antropologicamente simili e speculari che stanno spopolando) sta nell'esprimere in maniera perfetta quello che la pancia del paese pensa. E non stupisce che la cosa funzioni tra gli anziani e tra gli adulti, ma soprattutto tra i giovanissimi: il parlare semplice, l'offrire risposte nette, il dividere il mondo in bianco e nero, il ricondurre ogni discorso a pochi slogan, l'elogiare la "saggezza" popolare e i consigli della nonna, è tanto più efficace tanto più l'ascoltatore è certo di avere già capito tutto (e senza sforzo) e di non avere nulla di complicato da imparare. E i giovani di provincia, in questo, non hanno nulla da imparare da nessuno.

Sono ragazze molto comuni, ad esempio, le giovani amministratrici leghiste che Repubblica e Unità si stanno divertendo a videointervistare. Vanno davanti alla telecamera con semplicità, e raccontano le prime cose che le passano per la testa: sono ragazze della porta accanto, spigliate e senza troppi fronzoli, e non si pongono nemmeno il problema di poter risultare inadeguate nel trattare temi di enorme spessore.

Come la posh consigliera comunale Ilaria Montecroci, che dondola le gambe mentre racconta che "ha paura delle altre culture", o come la baby pasionaria Irene Zanichelli che sogna ad occhi aperti, nella sua cameretta pitturata di verde, di potere un giorno raccogliere l'eredità di Calderoli. "Buona" visione



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