A due giorni dall'accoltellamento del giovane panettiere egiziano, viale Padova è stata percorsa da un corteo organizzato dalla destra del PdL. Il corteo, zeppo di politici PdL (dal coordinatore provinciale fratello del ministro La Russa fino a Daniela Santanchè) e protetto da un fitto cordone di polizia, ha fatto un breve raid in viale Padova, giusto il tempo per un minuto di silenzio e per cantare l'Inno di Mameli, prima di voltare i tacchi tornando verso piazzale Loreto. Secondo le cronache, si sarebbe anche sfiorata la rissa: da una parte il corteo politico, dall'altra parte i residenti (italiani e stranieri) che forse non hanno gradito l'ennesima passerella di chi governa la città ed il paese da più di un decennio. Dal corteo è stata addirittura lanciata una fiaccola, che ha costretto le forze dell'ordine a intervenire separando i facinorosi.
Il corteo, organizzato come detto dal Popolo delle Libertà provinciale (in realtà dagli ex An e dagli ex La Destra), era aperto da uno striscione: «Nessuna integrazione senza legalità». Tutto si è risolto nel "devono rispettare le nostre regole e le nostre tradizioni", nel "clandestini fuori dai confini" e nelle lamentele contro il "degrado" creato dai tanti negozi gestiti da immigrati, mentre i più colti asserivano che "senza controllo gli scontri interetnici sono inevitabili". Qualcuno ha lamentato il fatto che una via non può essere abitata da 50 nazionalità, altri hanno lamentato il fatto che non si può permettere la creazione di ghetti (i ghetti si hanno, notoriamente, quando si rinchiudono in un'area genti della medesima nazionalità). Una signora bionda ha dichiarato al Tg3 che a mezzogiorno non se la sente di scendere per portare a spasso il cane senza il suo fido spray al peperonicino, perchè teme di essere stuprata (più psicologi in viale Padova?).
L'armamentario xenofobo della retorica anti-immigrazione, quindi, al gran completo. Benchè per nulla pertinente con i fatti di viale Padova: scontri tra bande di ragazze irrequieti come ne crescono tanti nelle periferie urbane abbandonate a loro stesse (c'è più interetnicità nei recenti scontri tra tifosi del Napoli e dell'Udinese), spesso con i documenti in regola (lavoratori, studenti, figli di immigrati, cittadini). Non c'entra nulla il rispetto "delle nostre tradizioni e delle nostre regole", perchè il "non spacciare" e il "non accoltellare le persone" non sono una prerogativa della nostra "civiltà" messa in discussione dalle altre culture; nè l'etnicità, nè la clandestinità.
Ma poco importa. Tutto si risolve in una chiusura paranoica su pochi capisaldi non pertinenti con il problema che si vuole affrontare.
Esiste un fastidio viscerale di fronte al vedere per le strade gente dai tratti "estranei", parlate incomprensibili, paura di fronte a quella che è sempre e comunque percepita, anche da chi non la vive, come un'invasione. Si catalizza l'incertezza cosmica sul vicino di casa, e se il vicino di casa è di un'altra religione ci si sente autorizzati a qualsiasi cosa. Ci si sente autorizzati a nutrire fantasie di deportazione, di pulizia etnica, di guerra santa; ci si sente in una guerra tra bande, noi contro loro, dove loro sono cattivi, scarafaggi, profittatori. Rastrellamenti e roghi diventano lo sfogo preferito, il modo magico con la quale si soddisfa la voglia sadica in una moderna caccia alle streghe.
"Fantasie" analitiche, tragedie reali. "Tutto quì". Nessun realismo, nessuna competenza, nessuna efficacia, nessuna possibilità di riuscita, nessuna visione politica.
E queste fantasie stanno entrando a far parte, sempre più, del dibattito e della retorica politica. Gente, per intenderci, che con una mano governa senza riuscire a risolvere alcunchè, e con l'altra agita la piazza per coprire il proprio smarrimento. Uno smarrimento che si estende a macchia d'olio. Un tempo erano solo i neo-nazisti di Forza Nuova. Poi è stato il turno della Lega e de La Destra, e ora il turno del PDL, dove la Santanchè guadagna posizioni.
E' così che il Popolo delle Libertà ora scende in piazza con striscioni come «nessuna integrazione senza legalità». L'integrazione non è un regalo, un qualcosa che vorremmo concedere ai migranti ma che non concediamo perchè non rispettano la legge. L'integrazione è l'unica possibilità che ci rimane per evitare una guerra civile fredda nei palazzi, calda nei quartieri delicati; l'unica possibilità che abbiamo di poter vivere un futuro sereno dedicandoci ai problemi veramente gravi.
Ma d'altra parte siamo nel campo delle fantasie e delle paranoie, non dell'analisi razionale. Da destra tutto viene inghiottito, triturato, ed il paese cade in mano alle follie ed al razzismo esplicito della piazza xenofoba.
Chi ha un minimo di responsabilità civile, anche e soprattutto a destra, dovrebbe fermare questa spirale. Dovrebbero farlo i giornalisti, i comunicatori, gli opinionisti. Ma sono troppo ignoranti, e non rispondono che all'auditel. Dovrebbero farlo i politici, i governanti. Ma sono vittima delle piazze xenofobe, nonchè il simbolo di una voragine culturale che non ha alternative, risposte concrete.
E quindi, giù con il prossimo rogo. Benvenuti nel medioevo.
Quella dei rastrellamenti è stata solo una stupida provocazione,bisognerebbe invece applicare bene il decreto sicurezza, in particolare la parte che punisce chi affitta case a immigrati irregolari. Nn sarebbe la soluzione del problema ma sicuramente si inizierebbero a fare dei passi avanti.
RispondiEliminahttp://www.loccidentale.it/articolo/clandestini,+per+evitare+la+retorica+dei+rastrellamenti+basta+applicare+il+"decreto+sicurezza".0086362
Caro anonimo, la soluzione sta nel fare del fenomeno immigrazione una questione di civiltá anziché di ordine pubblico. Come? Dare subito e senza pregiudiziali la residenza a chi ne faccia richiesta, come stabilito dall’art. 16 della Costituzione. Ció permette a chi viene nel nostro Paese l’accesso al mondo del lavoro e della contrattazione dell’affitto senza cadere nelle mani di approfittatori criminali. Della serie: guarda prima alla trave nel tuo occhio. In questo senso mi sembra che l’articolo qui sopra abbia perfettamente centrato il problema.
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