sabato 27 febbraio 2010

Chi sta prendendo a picconate la credibilità della magistratura?

Chi sta prendendo a picconate la fiducia nella magistratura? Ne vale la pena? Quali le conseguenze?

Pochi giorni fa Silvio Berlusconi, riferendosi a giudici e pm italiani, ha affermato che "siamo nelle mani di una banda di talebani". Il copione è arcinoto: qualche pm inquisisce Silvio Berlusconi, ed una parte dell'opinione pubblica, intellettuale e politica di "opposizione" italiana riprende con vigore ad attaccare il premier nella speranza che, in un modo o nell'altro, possa un giorno cadere. Berlusconi quindi reagisce, descrivendo una situazione di odio e di persecuzione e dipingendo la giustizia italiana come un covo di eversivi, fannulloni, manipolatori della legge, e una quota consistente di italiani comuni fa sua questa visione.

Poi il Popolo Viola torna a casa, i giornali trovano altro di cui parlare, Berlusconi ne esce in qualche modo "pulito", i giudici archiviano il fascicolo con un nulla di fatto, con una prescrizione. Tutto come prima? Sarà per la prossima volta? No. Questo teatrino si lascia alle spalle un fardello grave: la delegittimazione reale, duratura, agitata, della magistratura e della giustizia di fronte ad una quota crescente degli italiani. Si lascia alle spalle una situazione in cui la magistratura è, per troppi italiani, un organo capriccioso e l'innocenza o la colpevolezza sono un'opinione.

Esiste una quota consistente se non maggioritaria degli italiani che, anche e soprattutto grazie a queste vicende, non ha più fiducia nella magistratura. Ad ogni prescrizione questa porzione di italiani cresce, si gonfia, acquisisce argomenti e consapevolezza. Non esistono colpevoli e innocenti: esistono i perseguitati, e i "cocchi dei magistrati".

Craxi fu un perseguitato: è innocente, e va riabilitato. Cossentino è un perseguitato, una vittima: nessuno, nel PdL (cioè in più del 50% del paese), storce più la bocca di fronte ad un coordinatore regionale forse colluso con la camorra. L'imprenditore e l'amministratore pubblico o privato indagato o condannato suscitano simpatia, empatia, solidarietà: se un tempo i "colletti bianchi" potevano essere scoraggiati dal commettere reati dal timore di vedere compromessa, con una condanna, la propria "onorabilità", oggi l'essere inquisiti è un dettaglio che "fa gruppo", che conferisce identità e appartenenza, che colloca dalla parte dei "buoni".

E la cosa ricade, a cascata, a tutti i livelli. Chi viene multato non ha infranto una regola: sarà un perseguitato, una vittima di qualche amministrazione comunale che vuole "fare cassa". E, al rovescio, il piccolo delinquente messo agli arresti domiciliari e il clandestino che non viene rispedito nel paese dove rischia persecuzioni, non ottengono il rispetto dei diritti umani fondamentali: vengono privilegiati da una giustizia corrotta e politicamente schierata.

La fiducia è uno dei beni più difficili da accumulare. E nella speranza, vana, di colpire Berlusconi o di modificare la sua immagine rendendolo agli occhi dell'opinione pubblica un criminale (il criminale che, per inciso, probabilmente è), giornali, intellettuali, manifestanti viola e opposizione stanno dando i colpi di grazia alla credibilità della giustizia italiana, alla credibilità che essa ha di fronte a una quota consistente degli italiani.

Non è soltanto vero che gli attacchi rafforzano Berlusconi e distolgono l'attenzione dai problemi veri. Gli attacchi, purtroppo, indeboliscono la legge, le garanzie costituzionali, lo stato di diritto cui i deboli hanno sempre affidato la loro tutela nei confronti dei potenti, dei forti, degli abusi. Ci vorranno decenni per de-politicizzare il "brand" magistratura. Fino ad allora, saremo in balia dei potenti, delle opinioni, del populismo, della comunicazione.

Lo Stato di diritto val bene un'immunità concessa?

1 commento:

  1. Per quanto mi riguarda la risposta è no.

    Prima di tutto perchè la concessione dell'immunità non sarebbe l'"unico" provvedimento legislativo che concederemmo a Berlusconi (nonchè se non erro, a tutti i ministri e parlamentari, come da progetto di legge).

    Da 15 anni stiamo lentamente ed inesorabilmente assistendo a picconate allo Stato di diritto, nel quale il primo, intoccabile e sacrosanto principio da rispettare è l'uguaglianza dei cittadini tutti

    Credo sia inutile elencarti tutte le leggi che "questo" cittadino ha fatto varare dalla sua maggioranza o dalla "sua" opposizione per scampare alla Legge ed ai processi (tra le tante, quella gravissima sul falso in bilancio/salva-evasori e copertura/promozione per l'immensa corruzione del nostro Paese, ex Cirielli studiata ad hoc per regalargli la prescrizione nei processi - grande sfregio alla Giustizia del nostro Paese).

    Ed allora ti chiedo: non concedendoti che B. ne "esca in qualche modo pulito" - la pulizia per me è un concetto profondamente diverso - ma sei veramente sicuro che la magistratura si prenda a picconate da sola?
    o non sarà che a favore del PdC giochi l'immenso potere che possiede (sia a livello politico che mediatico ovviamente) che insinua e martella nella mente di tutti noi associazioni di parole e contenuti che diventano "verità" acquisite se solo non ti cauteli attivandoti per ricercare controinformazione e mettere insieme a fatica pezzi di verità?
    Condivido pienamente la tua analisi sulla ricaduta devastante di questa corruzione etica, ma assolutamente non l'attribuzione causale a magistratura, giornali, intellettuali, popolo viola (che c'entra? finalmente un movimento senza colorazione politica che protesta contro uno stato di cose ed uno dei suoi emblemi).
    La magistratura è obbligata all'azione penale contro i delinquenti. Come disse Davigo, per i magistrati sarebbe persino comodo eseguire pedissequamente degli ordini, e non doversi imbarcare in indagini problematiche (dove con questo sistema giudiziario si rischia soltanto di perdere faccia e reputazione e credibilità). Chi ci perde è solo il cittadino, lo Stato di diritto appunto.
    Allora che si fa secondo te? supinamente accettare tutto questo schifo senza nemmeno tentare di sollevare la testa? Per dirla elegantemente,"cornuti e mazziati"?
    Ripeto, assolutamente no.
    Cordialmente, Claudia Bogneri

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