lunedì 30 novembre 2009

Saggio / La battaglia del crocifisso e l'insostenibile inconsistenza dei simboli

Secondo il viveministro Roberto Castelli, della Lega Nord, il parlamento dovrebbe valutare l'idea di una legge che modifichi la costituzione inserendo il crocifisso nella bandiera nazionale. Il fatto che questa proposta arrivi dall'esponente di un partito che si è scagliato più volte sia contro la bandiera tricolore, sia soprattutto contro le idee di molti altri cristiano-cattolici, è estremamente istruttivo.

Secondo molti, infatti, il crocifisso andrebbe salvaguardato e tollerato perchè rappresenta un'etica e delle radici condivise o almeno condivisibili. Dopo tutto, si dice, il crocifisso non fa nulla di male e non insegna nulla di sbagliato; al contrario, propone valori (condivisi anche dai non credenti) sui quali si fonda d'altra parte anche lo stesso stato nonchè la convivenza civile che tutti auspichiamo. Infine, rappresenta qualcosa in cui ciascuno si può riconoscere: in fondo, anche se lo rifiutiamo, esso sta alla base dell'etica che desidereremmo che tutti seguissero.

Ma siamo davvero sicuri che il crocifisso possa simboleggiare un'etica e una radice? Siamo sicuri che possa davvero simboleggiare una cosa? E in caso, quale cosa?


E' evidente che il crocifisso rappresenti per un leghista e per un pacifista, solo per fare un esempio e per ragionare per facili stereotipi, due cose estremamente diverse. Se per il primo rappresenta radici, purezza, ordine, "sani principi", per il secondo esso può significare al contrario accoglienza, tolleranza, pluralismo, nonviolenza. Per il primo significa difesa della cristianità dell'Italia, per altro frontiere aperte. Per qualcuno può simboleggiare il primato della famiglia patriarcale, per qualcun altro il primato dell'amore; per qualcuno l'esportazione della civiltà e del vero dio con le baionette, e per altri la nonviolenza e un certo relativismo. Per qualcuno l'inammissibilità di aborto e contraccezione, per altri la necessaria distribuzione dei preservativi in Africa.

Il crocifisso, nei fatti, rappresenta tutto questo. E non solo: esso simboleggia ed ha simboleggiato la ribellione e l'anticonformismo dei primi cristiani, e il rigore della Controriforma; l'ammaestramento degli indigeni, e il dono gratuito di sè agli altri; la conservazione del sapere da parte degli amanuensi, e il rogo dei libri "pericolosi". Si può ricondurre alla croce Emergency, così come il Ku Klux Klan, il leghista Castelli così come Nichi Vendola. Si riconoscono nel crocifisso tanto padre Zanotelli quanto Provenzano. E scommetto che anche questo articolo, in fondo, potrebbe essere fondato su un rigoroso insieme di citazioni bibliche e dottrinali.

Quindi, il crocifisso rappresenta tante etiche, tante storie e tante visioni del mondo quanti sono coloro che lo osservano. Ne è talvolta, in qualche modo, il "comune denominatore"; ma un comune denominatore talmente slabbrato da aver perso in sè ogni consistenza. E non esiste un'interpretazione vera e oggettiva, e un'interpretazione errata; o, se anche essa può esistere, ciò è irrilevante: nei fatti, il crocifisso è stato sia nella storia che all'interno della stessa epoca il simbolo mutevole di un insieme complesso e incoerente di idee, di etiche, di credenze. Non possiamo dire "il crocifisso rappresenta questo", perchè sappiamo benissimo che per altri rappresenterà il contrario.

In molti, d'altro canto (1), vi hanno fatto riferimento; e tutti vi hanno trovato un appiglio, come in un quadro astratto nel quale ciascuno può vedere ciò che sente. Il crocifisso, infatti, assorbe ogni odore, come una vecchia tenda. Non ha un sapore, se non quello che gli viene infuso dall'esterno. In sè, è assolutamente inconsistente.

D'altra parte, il crocifisso è un simbolo ed ogni simbolo, in quanto tale, può rappresentare molte cose. Non rappresente una sola etica condivisa, ma milioni di sfumature. Se nemmeno i 10 comandamenti possono avere un'unica incontrovertibile interpretazione (2), figuriamoci un simbolo che dovrebbe rappresentare nel complesso migliaia di pagine di testi sacri, milioni di pagine di dottrina e miliardi di interpretazioni di quei singoli credenti che, nel loro complesso, costituiscono la Chiesa. E si pretende che rappresenti anche i pensieri di coloro che se ne collocano alla larga!

Se tra i credenti esiste questa grande varietà di interpretazioni, figuriamoci tra i non credenti. Come dimostrare che esso non può rappresentare le crociate, lo sterminio delle culture e spesso degli stessi "indigeni", le guerre in Medio Oriente, la schiavitù, i roghi, i respingimenti in Libia, i milioni di africani affetti da Aids o la limitazione della libertà individuale e del diritto di decidere la propria morte? Il crocifisso, nella sua assoluta inconsistenza, può rappresentare tutto questo. Come spiegare a colui che interpreta la storia e la diseguaglianza a partire dalle crociate che il crocifisso rappresenta la nonviolenza o la fratellanza, se nemmeno coloro che vi si riconoscono sono d'accordo?

In realtà, le battaglie sul crocifisso sono prima di tutto di natura "folkloristica". Se le giustificazioni pseudocolte tendono in realtà a fare riferimento ai valori che il crocifisso dovrebbe simboleggiare, infatti, la battaglia per il crocifisso è prima di tutto una battaglia in difesa di una "cultura materiale" vuota e in parte fasulla, sulla quale si vuole basare una contrapposizione razzista noi/loro. Così come si difendono il presepio e l'albero di natale, l'osteria tipica e il vecchio campanile, così si difende il crocifisso in quanto arredo che in qualche modo ci rassicura, e ci fa sentire (anche se ciò non significa nulla) padroni in casa nostra. A questo riduce il crocifisso chi lo difende.
Ma non solo. Se a livello di "etica" il crocifisso può rappresentare tutto e il suo contrario, e se è vero che il ruolo di oggetto folkloristico è in parte offensivo in parte vano, c'è una "cosa" che il crocifisso rappresenta oggettivamente. Così come la bandiera italiana rappresenta oggettivamente la presenza, la "proprietà" o il governo dello stato italiano che, in quanto democratico, rappresenta la totalità dei cittadini, così come il simbolo di McDonald's rappresenta la presenza di un ristorante di quella catena, il crocifisso fa riferimento incontrovertibilmente a un'istituzione e cioè alla Chiesa Cattolica Romana.

Cosa ci fa nelle nostre scuole? Cosa ci farà nella nostra bandiera?


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(1)  Questo vale naturalmente solo per l'Europa, dove per secoli chi ha provato a fondare il proprio pensiero su basi diverse, dopo essere stato indottrinato fin dall'infanzia dalle istituzioni ecclesiastiche, o è stato sterminato o è stato ostracizzato o è stato ricondotto, almeno nel suo pensiero, ai "principi" cristiani. Anche oggi chi vuole sperare in un ruolo pubblico deve fare riverenza a questa luminosa tradizione.

 (2)   Non uccidere? E chi vuole uccidere me? Non desiderare la roba d'altri? Ma se me la guadagno con il duro lavoro, o grazie alle mie superiori qualità? Non desiderare la donna d'altri? Ma la donna può essere oggetto di proprietà, magari di un bruto? Onora il padre e la madre? E se mi maltrattano?.

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