mercoledì 25 novembre 2009

Saggio / Topo Gigio, il ministro Bondi e la «matrice popolare della cultura»

La segreteria alla Presidenza del Consiglio ha preparato, a nome del governo, una campagna pubblicitaria attraverso la quale spiegare in maniera chiara e certa ai cittadini come affrontare la temuta epidemia di Influenza A. Per stemperare la tensione e per fornire un messaggio univoco, semplice ed affidabile, il governo ha scelto un testimonial di eccezione: Topo Gigio.


La situazione relativa all’Influenza A, “comunicativamente” parlando, non è certo semplice. L'informazione televisiva, ad esempio, tende a ondeggiare tra conte dei morti e servizi ad effetto, che rispondono a una logica scandalistica tutta orientata agli ascolti, e messaggi che minimizzano e tranquillizzano il pubblico rispondenti alla “logica della responsabilità” e dell'allineamento alle richieste del governo. Nei programmi di approfondimento, la volontà di dare spazio al pluralismo produce spesso goffi dibattiti in cui viene detto tutto ed il contrario di tutto, spesso semplicemente per distinguersi dall'ospite seduto affianco. Sulla rete, poi, la diffidenza nei confronti delle politiche governative è alle stelle e si somma al filone classico della critica alla lobby farmaceutica. Ed anche dall'estero giungono messaggi discordanti, nonché sondaggi che diffondono un vago scetticismo.

E’ quindi naturale che un governo decida di comunicare in maniera efficace la propria posizione al numero maggiore di cittadini. E così, per mettere fine una volta per tutte a questo baccano, il governo ha pensato ad una soluzione geniale: spot con protagonista Topo Gigio. Il progetto è stato presentato qualche giorno fa alla presenza di un sottosegretario, di un viceministro, di qualche burocrate e di decine di giornalisti. E, tra la simpatia generale, dell’onorevole Topo Gigio (1).

Confesso di aver creduto che la scelta di Topo Gigio fosse stata dettata dalla volontà di comunicare con i più piccoli. Così, escludendo l’ironia insita nel fatto che i topi sono stati storicamente i maggiori diffusori di malattie, la cosa avrebbe anche potuto avere un senso.

Ma dopo un primo spot che poteva essere inteso come effettivamente mirato a un target di bambini, Topo Gigio si è lasciato prendere la mano. Nell’ultimo spot, già diffuso, il Topo si avventura infatti in indicazioni relative ai vaccini: cosa devono fare i malati cronici, cosa gli over 65, cosa gli under 27, e via di questo passo. Messaggi, quindi, non rivolti ai bambini bensì agli adulti.

Senza che ce ne accorgessimo, Topo Gigio è diventato così il portavoce del governo in materia di sanità. Spetta a lui trasmettere la serenità, l’innocenza ed il paternalismo della politica oggi al governo, in un ambito delicato come quello dell’Influenza A. E chi meglio di lui potrebbe risultare allo stesso tempo comprensibile e persuasivo, trasmettendo una sensazione positiva pur in uno sfondo, garantito dal camice bianco, di serietà e di solida preparazione sociale e scientifica?

La cosa non ci può che offendere, ma non ci deve stupire.

Qualche tempo fa, nell’ambito della discussione sulla Biennale di Venezia, sull’arte contemporanea e sul ruolo del governo nello sviluppo della cultura, il ministro della cultura Sandro Bondi se ne è uscito con una affermazione significativa che, sebbene non faccia riferimento al quasi collega Topo Gigio, rende assolutamente coerente e intelleggibile la strategia comunicativa del governo.

Tra le altre cose, Bondi avrebbe detto – in contrapposizione agli intellettuali radical-chic che ammorberebbero l’ambiente culturale - che «la cultura deve avere una matrice popolare» (2). Secondo il ministro Bondi, la cultura deve essere facilmente e immediatamente comprensibile da chiunque: ciò che non può essere colto appieno fin dal primo sguardo dalla casalinga di Voghera, è masturbazione intellettualoide. Ciò che può essere compreso solo a partire da una minima preparazione, o ciò che richiede un minimo di attenzione, di partecipazione, di sensibilità, è quindi snob e va come tale osteggiato.

Questo genere di ragionamento sembra animato da due forze: un profondo disprezzo nei confronti del paese, e la volontà di assecondare questa visione avvilente accompagnando il paese in questo harakiri intellettuale.

In primo luogo il ministro Bondi sembra avere l’impressione che la grande maggioranza del paese non possa e non voglia avere nulla a che vedere con tutto ciò che non è popolare, e quindi superficiale, ed in particolare con tutta quell’arte che mira a trasmettere sensazioni complesse o semplicemente prova a stuzzicare la curiosità e la giocosità del fruitore. Ed in secondo luogo, a partire da questa considerazione, il governo non ha l’intenzione di fare richiamo come reazione al lato più evoluto, complesso e profondo di ognuno, bensì di assecondare il suo lato più superficiale, semplice, infantile. La «matrice popolare della cultura», di conseguenza, non sta nell’ottica sociale a partire della quale lavora l’uomo di cultura, né nella volontà di alfabetizzazione e di arricchimento popolare. Sta nello scendere al livello più basso ed elementare, provando a trascinarvi anche tutti gli altri.

Di fronte all’immagine (vera o fasulla) di milioni di persone con le strutture mentali di un adepto di Topo Gigio, il governo non sente il bisogno di mettere in campo misure che possano stimolare l’italiano medio ad una visione più complessa, polifonica e profonda delle cose. Al contrario: prende il cucchiaio, mette il paese bamboccione nel vecchio seggiolone e si china ad imboccarlo.

L’utilizzo di Topo Gigio come testimonial del governo e le dichiarazioni di Bondi sono quindi naturalmente collegate. Topo Gigio è infatti anche, per questa classe dirigente, l’orizzonte e l’idealtipo verso il quale muovere la macchina “culturale”. Per Sandro Bondi, probabilmente, è l’equivalente della Pietà di Michelangelo. Dopo il posto di portavoce, è forse pronta per Topo Gigio anche una poltrona da vice-ministro alla cultura?

Il governo ha l’impressione che per comunicare con una grossa fetta del paese il modo più efficace sia quello di rifarsi, in maniera grottesca, ad un cartone animato per pre-adolescenti. Il governo, così facendo, sembra considerare buona parte dei cittadini alla stregua di bambini di sette anni. Ma questa impressione, vera o presunta, non lo inquieta. Al contrario, invece che fare riferimento al lato più evoluto e più complesso, il governo non fa che incoraggiare tutti noi a rimanere al livello di Topo Gigio.

Forza, strapazziamolo ancora una volta di coccole.


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(1) http://www.youtube.com/watch?v=YNHvNlDIjng
(2)http://espresso.repubblica.it/dettaglio/il-capolavoro-di-bondi/2115522/8

2 commenti:

  1. D'altronde, che potevamo aspettarci? Certo che siamo un popolo di teste dure, ma tanti anni ti Tv-spazzatura cosa sono? Il Parlamento chiude per mancanza di argomenti e le leggi si fanno per decreto, nelle Procure mancano i magistrati e i processi si fanno da Vespa, Polizia e Carabinieri non hanno i soldi per la benzina, ma in compenso ci sono le ronde fasciste, la mafia comanda piu' che mai e gli restituiamo quanto sequestrato con il sangue di chi ancora ci crede, l'unico politica che senbra avere un minimo di decenza e credibilita' istituzionale e' un ex (ex?) fascista: questa non e' piu' l'Italia in cui sono cresciuto, cambiare la Costituzione non serve: semplicemente non esiste piu' e alla gente non interessa una beata mazza. I danni di questo cialtrone si ripercuoteranno sulle generazioni future e ci spingeranno sempre piu' ai bordi, anzi fuori, dal mondo che conta. Evviva Topo Gigio, evviva Patrizia, evviva Marrazzo!

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  2. meglio topo gigio che i anti pinocchio in giro per la tv.

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