mercoledì 7 settembre 2011

Sacrificio e licenza. Il boom salutista è una scusa?

Sopportare per il proprio bene un piccolo sacrificio, per poi cedere concedendosi una "licenza" che ci fa danni ancora peggiori. Ben Goldacre, sul Guardian, parla di questa meccanismo interessante - ma anche potenzialmente dannoso - di "sacrificio e licenza": soprattutto, quando c'è di mezzo la salute ("Vitamin pills can lead you to take health risks").

Gli esempi pratici, presi dalla quotidianità, non mancano: chi accetta un'alimentazione poco equilibrata perché tanto assume integratori e vitamine, chi si concede un dolce extra perché ha fatto più moto del solito, chi nei week end si concede grandi sbronze perché tanto non ha bevuto una goccia d'alcol per l'intera settimana, chi passa le festività in trattoria dopo settimane di sofferto equilibrio alimentare. Dove l'alimentazione scorretta, i dolci, il binge drinking e i bagordi (le "licenze") compensano (con tanto di interessi) l'effetto benefico dei sacrifici precedenti.

Banalità, forse, che a livello aggregato hanno però risvolti interessanti. Su tutti: che il boom di prodotti e pratiche "salutiste", spesso salienti dal punto di vista simbolico ma incosistenti dal punto di vista pratico, vada a braccetto con un peggioramento della salute? Forse ci troviamo di fronte ad un gran sistema di alibi adottati consciamente e inconsciamente per giustificare il permanere di comportamenti irresponsabili?

Nonostante l'intensità dei legami tra psiche e soma, il sentirsi bene continua ad essere distinto dallo star bene veramente; e il boom di biologico, palestra, integratori, insalate e yoghurt, non è forse poi così nemico dell'aumento dell'obesità.

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