L'inarrestabile ascesa del caffè è al centro di un bell'articolo dell'Independent che, partendo dalla Gran Bretagna, prova a riflettere sulle cause che hanno trasformato questa bevanda in una delle bevande più diffuse e sfaccettate del mondo (Britain's caffeine boom: Why can't we wake up without smelling the coffee?).
L'articolo non trova risposte; tuttavia, il successo del caffè sembra essere dovuto in buona parte (oltre che alla relativa economicità, alla praticità del consumo ed all'assenza di calorie) alla sua capacità di piegarsi ai bisogni sociali emergenti trasformandosi e riconnotandosi continuamente.
Il principale elemento che emerge è infatti la versatilità della bevanda "caffè": il caffè può essere vissuto come una bevanda sociale ("ci vediamo per un caffè"), come un rituale individuale di risveglio, come un energy drink, come una scusa economica per occupare uno spazio pubblico confortevole reso familiare (Starbucks, i caffè letterari), una scusa per fare un break (la famigerata macchinetta aziendale del caffè), addirittura una prelibatezza ed un oggetto di sperimentazioni e differenziazione per i nuovi gourmet del caffè (e delle sue ibridazioni).
Probabilmente parlare di caffè in termini generali non ha nemmeno troppo senso: il caffè (nei suoi vari contesti) non è ormai più un prodotto bensì una famiglia di prodotti imparentati ma diversi.
In ogni caso il caffè è una bevanda elementare e semplice (ma spesso non abbastanza semplice da poter essere preparata facilmente da chiunque): questa sua essenzialità la rende facilmente adattabile e facilmente sovraccaricabile di significati.
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