Offrire ai dipendenti incentivi di produttività, premi al merito, percorsi di carriera ben definiti e occasioni di convivialità extra-lavorative sembra rendere, come insegna il paradigma (successivo al taylorismo) delle Human Relations, i lavoratori migliori: più motivati, più responsabili, più fedeli, più e meglio produttivi.
Il New York Times racconta in un lungo reportage l'esperienza di Pret a Manger, catena di fast food specializzati in caffetteria e sandwich che - rispetto ai McDonald's o ai KFC's - si rivolge ad un segmento più alto e sofisticato di consumatori che pretendono - tra le varie cose - un servizio ed un'atmosfera d'eccellenza. Attraverso un complesso e burocratico sistema di piccoli incentivi, scatti, rituali di gratificazione, controlli a sorpresa ed extra, Pret a Manger sembra essere riuscita ad avere dipendenti fedeli, estremamente cordiali nei confronti dei clienti ed altamente performanti (Would you like a smile with that?).
La speranza idea che, nella società dei servizi, il benessere del lavoratore possa essere spontaneamente perseguito dal datore di lavoro perché impiegati soddisfatti e "felici" sono più efficaci e produttivi rappresenta sicuramente una speranza in un'epoca in cui al contrario i lavoratori non hanno più mezzi per far valere nemmeno i diritti conquistati negli scorsi decenni. Tuttavia, non dobbiamo escludere la possibilità che gli incentivi non si traducano poi spesso nella pratica in fumo negli occhi: semplici contentini illusori, attraverso cui convincere il lavoratore a strizzarsi da solo per un'azienda e per un ambiente che in realtà continua a considerarlo e a trasformarlo in un semplice e sostituibilissimo numero.
I ragazzi di Pret a Manger sono forse contenti dei premi, delle serate di svago a spese dell'azienda e degli scatti di carriera; ma chissà che questa felicità non possa svanire molto presto quando si accorgeranno che, dietro a questo apparente compromesso che soddisfa e gratifica tutti, non si nasconde altro che un sistema (l'organizzazione complessa strutturata e centralizzata di cui rappresentano l'ultimo dettaglio) che mira a trasformarli con il minimo dispendio di risorse in "servi volontari" senza avere alcun interesse ad una loro reale crescita.
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