Secondo Daniela Santanchè le preferenze sulle schede elettorali (al posto delle attuali liste chiuse scelte dai partiti) penalizzerebbero le donne. Secondo la Santanchè, intervenuta a Omnibus (La7, mercoledì mattina), le "campagne elettorali con le preferenze sono molto più costose"; le donne, tuttavia, "hanno normalmente molte meno risorse [economiche] da investire nelle campagne elettorali". In una competizione elettorale aperta le donne non avrebbero, secondo la nostra, i denari per guadagnarsi la visibilità: un buon motivo, sempre secondo la Santanchè, per conservare l'attuale legge elettorale.
Effettivamente il metodo-Stracquadanio è efficace soltanto quando a decidere sono in pochi.
A parte gli scherzi, il problema può anche essere serio. Ma è lo scarso coraggio dei partiti (e magari, incidentalmente, la scarsità di risorse?) nell'investire nella classe dirigente anche femminile che costringe tutti ad investire i propri denari nella campagna elettorale (volendo poi razionalmente rientrare dalla spesa fatta) la distorsione principale da combattere (questo anche per coloro che vorrebbero azzerare i rimborsi elettorali).
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