giovedì 7 ottobre 2010

Come trovano i giovani il loro primo lavoro?

Come segnalato dal blog di Rosaria Amato l'Istat ha appena pubblicato un report dell'indagine "L'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro" che analizza, tra le altre cose, i canali che nel 2009 hanno permesso ai giovani di trovare il loro primo lavoro.
 

Come mostra la tabella (presa da qui) il canale più efficace è quello delle conoscenze, delle voci carpite in giro e delle vere e proprie raccomandazioni: nel complesso sono utili al 55% dei giovani, anche se la percentuale scende al 31% tra i laureati. Seguono le richieste dirette alle aziende e la risposta agli annunci su web e giornali (23,4%); in coda le agenzie di lavoro interinale e i centri per l'impiego (4,6%).

Più in dettaglio, il canale più efficace si rivela come anticipato quello delle segnalazioni di amici, parenti e conoscenti: trovano lavoro in questo modo il 55,3% dei giovani italiani. All'interno di questo 55% rientrano i più classici "raccomandati" ma anche tutti coloro che sono venuti a conoscenza di un'opportunità di lavoro grazie ad amici, parenti e legami deboli vari: un sintomo del fatto che i meccanismi "aperti" di selezione del personale sono visti come inutili dai datori di lavoro che al contrario, soprattutto nella piccola e media impresa, preferiscono semplicemente "far girare la voce". Bisogna anche sottolineare come questo meccanismo sia molto meno frequente tra i laureati: "solo" il 31,5% dei laureati trova lavoro in questo modo, contro il 67,5% di coloro che hanno la licenza media. Come a dire che la "raccomandazione" funziona molto di più per gli impieghi comuni e molto meno tra le cosiddette èlite.

Al secondo posto si collocano le richieste dirette al datore di lavoro e cioè l'invio più o meno spontaneo di curriculum e l'andare di porta in porta cercando lavoro: in media trova lavoro in questo modo il 16,6% delle persone (senza differenze significative per titolo di studio).

Al terzo posto c'è poi la risposta alle inserzioni sulla stampa e sul web, che riguardano in media il 6,8% delle persone. Da notare però come ci siano forti differenze per titolo di studio: trovano così lavoro il 13,1% dei laureati ma solo il 2,7% delle licenze medie.

Al quarto posto c'è poi l'avvio di un'attività autonoma (dato dietro al quale si nasconde anche le partite IVA) che riguarda il 6,1% dei giovani, e che riscuote più successo tra i laureati (9,1%, contro il 5,3% dei diplomati) e tra i giovani residenti al sud (9,3% contro il 4,7% del nord)

Al quinto posto c'è la prosecuzione di precedenti esperienze cioè soprattutto di stage formativi e tirocini curriculari, con il 4% dei casi (8,2% tra i laureati). Al sesto posto si collocano invece le segnalazioni di scuole e università con il 3,8% (8,7% tra i laureati). 

Infine le agenzie interinali (private) ed i centri per l'impiego (pubblici) che, nel caso dei primi impieghi, non funzionano evidentemente in maniera adeguata: sono utili rispettivamente nel 3,1% e nell'1,5% dei casi.

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