martedì 12 ottobre 2010

Chi specula davvero sull'omicidio di Sarah Scazzi?

L'omicidio di Sarah Scazzi ha, come accade periodicamente, appassionato l'Italia. Ma il "problema" non è certo la puntata di "Chi l'ha visto?" durante la quale la madre ha appreso, più o meno accidentalmente, la notizia già nell'aria della morte della figlia in diretta: il problema sono coloro che, a giorni di distanza e soprattutto a freddo, speculano su questa tragedia dissezionandola morbosamente, pubblicando i verbali della confessione, drammatizzando ricostruzioni, intervistando i familiari, insinuando e pontificando.

Ilvo Diamanti ha pubblicato oggi ieri una lunga riflessione sul tema dell'ansia in televisione e del ruolo della cronaca nera nella Tv italiana, in cui descrive magistralmente come e perchè ciò costituisce un problema. Il sistema mediatico italiano, almeno nel caso dei grandi mezzi di informazione (e non certo dei tabloid e della stampa scandalistica, dove non abbiamo nulla da "insegnare"), si contraddistingue infatti sia quantitativamente, per la grande molte di notizie di nera trattate ogni giorno, sia soprattutto qualitativamente: notizie decontestualizzate, particolari morbosi, alimentazione delle psicosi e degli stereotipi. Ad essere estremamente grave non è solo l'attenzione concessa a queste vicende in sè, ma anche il fatto che questa attenzione viene concessa soprattutto dai mezzi di informazione mainstream, dai Tg nazionali ai "talk-show da casalinghe" pomeridiani, togliendo spazio alle questioni rilevanti e diffondendo ansia anche tra chi ne farebbe volentieri a meno.

Possiamo prendercela con "Chi l'ha visto?" e per il goffo reality del dolore in diretta che ci ha proposto e per quella commistione tra giornalismo e investigazione su cui si sfoga, oggi, l'antica passione (soprattutto femminile) per il giallo e per il ficcanaso. Ma dobbiamo soprattutto prendercela con i telegiornali, con i giornali, con le rubriche e con i talk show pomeridiani: è questa gente, che specula a freddo continuando a rimestare le tragedie senza alcun costrutto, che dobbiamo soprattutto disprezzare.

Chiedendoci soprattutto cosa c'è che non va in questo paese: se  persino Mentana, che dovrebbe rappresentare  nel panorama televisivo contemporaneo il tg alternativo e la ventata di novità e buona informazione, dedica nell'edizione delle 20 della domenica sera 5 minuti alla lettura dell'interrogatorio a "zio Michele" (senza aprire una riflessione, ad esempio, sul tema della violenza domestica), vuol dire che forse il problema non è il povero "Chi l'ha visto?".


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Vedo ora che c'è un pezzo simile su Freddy Nietzsche

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