mercoledì 24 marzo 2010

Nel Regno Unito torna la sifilide. Il colpevole? Facebook

L'Ansa tocca uno dei suoi punti più bassi riprendendo una notizia proveniente dall'Inghilterra e intitolandola "Gb: torna la sifilide, Facebook tra le cause. Il numero dei malati è triplicato nelle aree dove il social network è popolare". Confesso di aver fatto un piccolo saltello sulla sedia.

Fonte della notizia le dichiarazioni del  professor Peter Kelly, "direttore della Sanità Pubblica nella regione di Teeside" nel nord-est dell'Inghilterra, citato dal Daily Telegraph. Secondo Kelly, la recente impennata di contagi per sifilide, malattia sessualmente trasmissibile, sarebbe da imputare alla diffusione dei social network che renderebbe più facile l'incontro con partner occasionali e quindi la diffusione del contagio.

«C'é stato un aumento di quattro volte nel numero di casi di sifilide rilevati - ha spiegato Kelly - e a essere colpite sono state soprattutto le donne dai 20 ai 24 anni e gli uomini dai 25 ai 30. Non ho i nomi delle persone colpite, solo le cifre, ma ho visto che molte delle persone affette dal virus hanno incontrato i loro partner attraverso i siti di social network. La sifilide è una malattia devastante - ha aggiunto - e le piattaforme sociali come Facebook stanno rendendo più facile alle persone trovare partner occasionali con cui fare sesso».

Prima di tutto, (da semplice studente di sociologia), trovo delizioso quel "ho visto che molte di quelle persone hanno Facebook", quel brusco passaggio di registro che porta dai dati numerici e dalle correlazioni male interpretate (più contagi nelle zone dove Facebook è più diffuso! Forse perchè in quelle zone ci sono più giovani? Forse perchè in quelle zone c'è maggiore concentrazione abitativa e più degrado? Forse perchè i più "socievoli", quelli con una vita sessuale più attiva o promiscua, frequentano tra le altre cose i social network?) alle paranoie di un vecchio professore smarrito di fronte agli stili di vita che cambiano. La cosa non sembra aver però stupito il cronista dell'Ansa, che ha dato il "dovuto" risalto alla notizia.

Eppure il ragionamento del professore è imbarazzante: le malattie sessuali aumentano perchè i giovani fanno parecchio sesso, e i giovani fanno parecchio sesso perchè i social network facilitano la conoscenza di partner occasionali. In un solo colpo, colpevolizzazione e demonizzazione del sesso e delle nuove tecnologie che corrompono i giovani ipnotizzandoli e inculcandogli i peggiori istinti. Forse neanche Bagnasco, arriverebbe a tutto questo.

Non serve essere un luminare per capire che, invece, il problema è un altro: il fatto che sia in aumento il numero di rapporti sessuali non protetti. Banalità: non serve dire altro.

E quali soluzioni avrà adottato per contrastare questo fenomeno il buon dottor Kelly dal Teeside? Non lo so, ma possiamo immaginare. Scommettiamo che è uno di quegli irresponsabili fondamentalisti che fa il tifo per l'astinenza?

Forse devo togliere l'Ansa dal mio lettore di newsfeed.

2 commenti:

  1. beh, sì: i titoli dati sono sempre più discutibili, fatti per colpire (come è successo a te), ma se nell'articolo non vengono espressi "giudizi", forse sta alla nostra cultura (come hai fatto tu) coglierne il senso...
    ot: a proposito di rapporti protetti, prevenzione ed educazione sessuale (in Italia siamo tra gli ultimi), al di là del "moralismo dilagante", se ci fossero meno malattie, ne risentirebbero le lobby farmaceutiche? è la solita domanda provocatoria, la mia...

    RispondiElimina
  2. esatto angie...ne risentirebbero le lobby farmaceutiche. Come per le atre malattie e le relative "cure".

    RispondiElimina