Fabio Polenghi, fotoreporter milanese, è morto. E' stato ucciso durante gli scontri in Thailandia, mentre faceva il proprio lavoro. E che lavoro.
Si potrebbe scrivere qualcosa di utile, forse. Ma in questi casi, faccio fatica a rimanere distaccato. Per fortuna, l'area del cervello che mi inibisce la retorica sembra ancora funzionare.
Forse, perchè Fabio Polenghi è in parte la proiezione di una (piccola? media?) parte dei miei sogni e dei miei progetti passati, ma - perchè no - anche presenti e futuri. (Che tristezza) Più probabilmente, perchè faccio del viaggio, dell'etnografia, del reportage e della fotografia i miei piccoli idoli (e lo faccio sulla base di un giudizio puramente estetico e personale, che riconosco essere relativo e, in buona parte, superficiale e indifendibile, che non voglio vendere a nessuno come nobile). Si potrebbe scrivere qualcosa di utile, forse. Ma in questi casi, faccio fatica a rimanere distaccato. Per fortuna, l'area del cervello che mi inibisce la retorica sembra ancora funzionare.
D'altra parte, credo che questa sensazione sia latente a molti dei necrologi che possiamo leggere un pò ovunque in questi casi; solo, nessun'altro lo riesce a confessare.
In ogni caso, evito di andare oltre. Questo, non è un blog "personale"! Per considerazioni più elaborate ed interessanti, vi rimando alla pagina di Marco.
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