mercoledì 18 maggio 2011

La fatica di essere individuo

Cosa succederebbe se scoprissi di avere un antenato fenicio, vichingo o ebreo? Evidentemente, nulla. Non siamo ciò che sta scritto nel nostro sangue, nei nostri geni, nel nostro lignaggio: a parte i lineamenti di fondo e la possibile predisposizione genetica a qualche brutto male, siamo delle bestie culturali. Lo sono pure gli animali, tra l'altro; e noi umani, con tutte le arie che ci diamo, non dovremmo aver dubbi a dire che siamo prima di tutto prodotti dell'ambiente e di noi stessi, non dei nostri avi.

E se domani ci clonassero, l'essere che ne uscirebbe sarebbe uguale a noi soltanto per quanto riguarda la nuda superficie: al di sotto, pensiero sentimenti e propensioni, e al di sopra, vestiti e modo di fare, sarebbe tutt'altro perchè i geni, per quanto riguarda l'identità seriamente intesa, non c'entrano nulla. E allora, che ci clonino pure; a parte il fatto che non avrebbe senso alcuno.

Già essere animali culturali, comporta fatica. Non solo: siamo anche animali individuali.

Il concetto di individuo pare essere "nato" tra il rinascimento e la fine dell'800, e pare essere alieno, almeno nei termini in cui lo intendiamo, a molte società non occidentali. E perchè è un'invenzione così marginale e recente? Semplice: perchè essere individuo è tremendamente faticoso. Ti devi prendere tutto il vento in faccia, quando non hai nessuno dietro cui nasconderti. E devi saper stare bene non solo con te stesso, ma anche con chiunque (il vero misantropo, il vero asociale, è quello che sa vivere solo nel branco).

Di questi tempi, di vento da prendere in faccia ce n'è molto. Le affinità elettive, i legami di spirito, sono per loro definizione fluidi; e allora, meglio inventarsi un noi qualsiasi. Meglio inventarsi, col DNA, una famiglia, un ceppo, un qualche legame o una qualche origine che ci possa dare una "identità". Meglio inventare una tradizione, e far passare la cultura come un attributo non dell'io ma del noi.

Ho un'impressione: che chi crede di risolvere la domanda "chi sono" con un test del Dna o con una ricerca tra i vecchi certificati sia andato fuori tema. Che chi si definisce sulla base dell'appartenenza familiare o comunitaria stia cercando nel tribalismo una facile risposta alla sua pigrizia.

Identificarci dalla parte dei vincenti, prima che qualcuno altro, vedendoci nudo di identità collettive, si prenda la briga di darci un'etichetta.

Finchè si regge il vento, forse vale la pena di evitare.

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