Il Corriere della Sera, nella Rubrica "Salute" (sic!), riferisce i risultati di una ricerca secondo la quale i "giovanilisti" non piacciono ai giovani.
In particolare, i "giovani" esprimerebbero giudizi particolarmente negativi e taglienti sugli over 30 che tentano di camuffare la loro età, un po' meno taglienti sui quarantenni e via via decrescendo al crescere dell'età del soggetto.
La spiegazione offerta dagli psicologi che hanno condotto lo studio è, a mio parere, molto molto discutibile: i "veri" giovani vedrebbero nei "finti giovani" dei "veri e propri impostori che tentano proditoriamente di abbandonare il loro naturale gruppo di appartenenza per infiltrarsi in quello dei giovani", magari alla ricerca di avventure romantiche.
Secondo me, centrano molto di più le cosiddette "prescrizioni di ruolo" connesse all'età: da un quarantenne ci si aspetta un certo comportamento sociale, ed il quarantenne che contravviene a queste prescrizioni viene visto come fuori posto, come incapace e come patetico perché non sa vivere in maniera consona alla cosiddetta "normalità" cioè al "quarantenne medio" (che è una costruzione sociale ovviamente in movimento). Il giudizio diventa poi meno severo man mano che si sale verso gli "scemi di villaggio", nei confronti dei quali l'astio si trasforma in tenera accondiscendenza (anche nella loro rappresentazione mediale: Maria de Filippi ha da tempo accolto diversi di questi freaks nella sua scuderia).
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